L’immunità di gregge è vicina? Il clamoroso caso della Val Gardena

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L’immunità di gregge è vicina? Il clamoroso caso della Val Gardena

L’immunità di gregge è vicina? Il clamoroso caso della Val Gardena

18 Aprile 2020

L’immunità di gregge è più vicina di quanto immaginiamo? Di certo i primi esperimenti di test immunologici a tappeto stanno dando risultati eclatanti. Le aziende e le strutture sanitarie che hanno deciso autonomamente di sottoporre alla prova degli anticorpi il proprio personale, anche nel caso in cui non vi sia stato alcun positivo al Covid-19, rendono note percentuali elevatissime di soggetti che risultano essere entrati in contatto col virus senza averne alcuna percezione e mostrare alcun sintomo.
Ma ancor più eclatante è il caso di Ortisei, in Val Gardena, dove il dottor Simone Kostner e una squadra di colleghi, come volontari, stanno sottoponendo la popolazione ai test sierologici con un contributo di 30 euro a persona. Dei mille kit importati dal proprietario della struttura nella quale la prova viene effettuata, ne sono stati utilizzati già 456, al ritmo di 100 al giorno, su persone comprese tra i 20 e i 59 anni di età. E l’esito è clamoroso: il 49 per cento dei testati è risultato positivo – cioè portatore di anticorpi -, nella grande maggioranza dei casi senza aver mai accusato alcun sintomo.
Ciò al momento non significa certezza di immunizzazione, né consente di escludere la possibilità di recidive. Sul punto gli studi sono ancora in corso. Ma di certo il dato è assai rilevante per definire la vera offensività del virus (tasso di terapie intensive, mortalità, ecc.), per valutare con realismo la possibilità di contenere il contagio, per programmare con consapevolezza la ripartenza. Insomma, se i tamponi a tappeto hanno salvato il Veneto, perché escludere che i test sierologici di massa possano salvare l’Italia dal fallimento?