L’Independent sfata il mito di Veltroni

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L’Independent sfata il mito di Veltroni

28 Giugno 2007

Il nuovo imperatore d’Italia sta per essere vestito con abiti del tutto nuovi. Nel corso degli ultimi cinque anni Veltroni è stato un sindaco di Roma dinamico e iperattivo. Ma ieri si è preparato per un salto in avanti verso i livelli più alti della politica in Italia, offrendosi come leader del nuovo Partito Democratico, che si prevede diventi uno degli attori più potenti del paese. Se tutto va per il verso giusto, poi,Veltroni potrebbe diventare il prossimo Primo Ministro italiano.

Serve comunque uno sforzo non indifferente verso la sospensione dell’incredulità, una felice resa a questo fiume modaiolo per considerare gli anni di Veltroni alla guida di Roma come un successo.

Nel corso di questa settimana, con alcune eccezioni, i mezzi di comunicazione italiani hanno ingoiato il rospo e fatto complimenti all’uomo che sarà presto il leader del nuovo partito centrista italiano. Critici d’alto profilo – compreso un avvocato di chiara fama che si è dato da fare per far pervenire le sue critiche a Veltroni sulla stampa straniera – improvvisamente non erano più disposti a criticare. Un professore de La Sapienza che ha recentemente pubblicato un libro nel quale si condannavano le sue politiche, ha rifiutato di farsi intervistare. Si è scusato parlando di “un momento molto delicato. È  in atto una campagna denigratoria sotterranea contro chiunque abbia qualcosa di sgradevole da dire riguardo a Veltroni”.

I romani comunque non hanno questo tipo di inibizioni: “Guardate in che stato sono le  strade!” ha esclamato un tassista mentre la sua auto rimbalza sul selciato di via del Teatro Marcello, la strada   meravigliosa che porta dall’ufficio di Veltroni nel Campidoglio di Michelangelo al Circo Massimo.

Come in tutte le strade del centro di Roma, non c’è stata manutenzione durante i cinque anni in carica di Veltroni e i vecchi sanpietrini sono stati calpestati dal traffico fino a rendere le strade piene di buche e solchi. É storia recente il fatto che la Honda viene qui a Roma

per testare le sospensioni delle sue moto, non c’è un posto più idoneo di Roma per quel lavoro.

“Veltroni ha sempre le sue foto su tutti i giornali, inaugura festival e accoglie personaggi stranieri molto importanti”, ha continuato il tassista. “Ma che ha fatto per i bisogni basilari della città?”.  Una lamentela che si sente anche in alcuni degli angoli più belli della città.

Venti anni fa Trastevere, sotto il Vaticano, dall’altra parte del Tevere, e la pittoresca piazza conosciuta come Campo de’ Fiori erano aree più che altro residenziali, amate dai romani e da pochi stranieri per il loro fascino e la loro tranquillità. Oggi con la luce del giorno questo fascino è ancora distinguibile. A Campo de’ Fiori c’è ancora il mercato di frutta e verdura e i ventosi vicoli di Trastevere non sono stati ancora sfiorati dallo scorrere del tempo.

Cinque anni di Veltroni, però, hanno sconvolto la loro anima.  Allo scopo di pompare il turismo sono spuntati pub, shot-bar aperti fino a tardi, discoteche e night club.  I vicoli di Trastevere sono pieni di borse griffate e contraffate di piazzisti africani, di cinesi che vendono improbabili gingilli mentre la piazza principale ospita artisti da circo. Frotte di turisti si riversano in trattorie sempre più mediocri per mangiare, mentre molto tempo dopo il loro ritorno, le strade sono ancora piene di giovani italiani e stranieri dediti a bere fino a che non crollano a terra. Qualsiasi tipo di restrizione alla vendita sia imposta ai bar viene sistematicamente ignorata e l’alcol scorre per tutta la notte.

Campo de’ Fiori invece è il set per grandi baccanali notturne, con i poliziotti posti a un lato della piazza a osservare la scena.  A volte centinaia di ubriachi improvvisano partite di calcio in stile medioevale, barcollanti dietro un  pallone in folle pericolose e urlanti. I megafoni portatili sono

diventati una alternativa trendy al cellulare per tutti i bevitori che vogliano comunicare con i loro compagni dall’altra parte della piazza. La vita per i residenti rinchiusi nei loro vecchi appartamenti, tra le cui mura rimbalzano le urla dei chiassosi frequentatori della piazza, è intollerabile a meno di non essere sordi come pietre. E non ci sono parole per descrivere lo squallore e il degrado cui questi residenti si trovano davanti il mattino seguente.

“E’ incredibile” ha sbottato Flaminia Borghese, presidente dell’associazione di residenti di Campo de’ Fiori, in una intervista con il New York Times. “C’è una mancanza totale di controlli. Gli stranieri vengono qui perché sanno di poter fare quello che vogliono. Nessuno gli dice niente”.

Quattro anni fa Veltroni ha aperto un ufficio per il Decoro Pubblico per contrastare la crescente minaccia dei graffiti nella città. Il risultato? Pare che Roma sia l’unica città del mondo in cui praticamente tutte le vetture metropolitane sono ricoperte di graffiti. Le rovine dell’antica Roma e i capolavori del Rinascimento sono stati tenuti in qualche modo relativamente puliti, ma avventuratevi appena qualche chilometro oltre e scoprirete che quasi tutti i palazzi portano le tracce degli scarabocchi fatte con le bombolette spray.

Nessuno, e men che meno l’ufficio del Decoro Pubblico, muove un dito al riguardo.

La città adesso è così. Dopo quattro anni di negligenza ufficiale tentare di affrontare il problema adesso comporterebbe uno sforzo sovrumano e una montagna di soldi, sempre che qualcuno riesca a far prevalere il desiderio politico di fare certi sforzi.

Se l’epopea di Walter Vetroni a Roma consiste nel più radicato e drammatico degrado urbano, su quali basi è stato salutato ieri a Torino e dai media italiani di ogni parte politica durante tutta questa settimana, come il possibile redentore della nazione? 

Lo si potrebbe chiamare la versione italiana del blairismo. Loro lo chiamano “buonismo”, letteralmente, “good-ism”, e Veltroni è stato descritto dal giornale La Repubblica di ieri come il suo fondatore. Questo termine è definito da un aggiornato dizionario italiano così: “l’esibizione ostentata di buoni sentimenti, tolleranza e benevolenza nei riguardi degli avversari”, e Veltroni è un virtuoso indiscusso di quest’arte.

Walter Veltroni è il simpaticone italiano, è stato carino con tutti e ora sta raccogliendo i frutti di questo suo atteggiamento. É stato educato e accomodante nei confronti della destra, e questa settimana uno dei più vecchi amici di Berlusconi, Fedele Confalonieri, ha lodato con eloquenza Veltroni “il grande comunicatore” come colui che dimostra una “attitudine al dialogo” ma anche “grande fermezza”.

Ex-comunista, che ha scambiato parole di fuoco con Papa Giovanni Paolo II in merito ai preservativi e l’AIDS, Veltroni si è successivamente ingraziato il Vaticano grazie alla fredda efficienza con la quale ha preparato la città ad accogliere milioni di persone giunte per il funerale del precedente Pontefice. Ma a guardar bene ha semplicemente ordinato alla città di non funzionare fino alla fino della cerimonia.

La sua mitezza e la sua abilità diplomatica gli sono valse il supporto del potente leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti e quello del Primo Ministro, Romano Prodi.

Egli ha sistematicamente fallito nel fare le cose per cui il sindaco di una grande citt%C3