L’Indice di Gasparri
17 Gennaio 2008
di redazione
Finalmente una voce fuori dal coro rispetto alle molte
parole scritte e sentite in questi giorni sulla presenza di Benedetto XVI
alla Sapienza: quella di Maurizio Gasparri. Finalmente qualcuno che non ha
voluto parlare di contrapposizioni tra laici e cattolici, tra la ragione e la
fede, tra chi ha manifestato di fronte al Rettorato della Sapienza e chi
domenica sarà in Piazza San Pietro!
Del resto, che senso ha continuare ancora, stancamente a far
appello alla difesa della vecchia e desueta libertà di espressione del
pensiero? Perché dannarsi tanto a parlare di censura inaccettabile, identità
tradita, malintesa laicità? Perché prendersi il tempo di riflettere prima di
discutere dello stato in cui versa il nostro paese, intollerante e senz’anima?
Il colonnello di An stavolta ha avuto l’occasione di far
vedere di che tempra è fatto. Di dire la sua e basta. Di provare che quelli di
An – gli stessi che negli anni Settanta andavano in minoranza a dimostrare in
mezzo alle strade per i propri diritti, a rischiare anche con la vita per i
propri ideali – hanno fatto eccome i conti col loro passato! Ci
voleva coraggio e lui l’ha trovato.
E’ necessario – ha dichiarato l’ex ministro del governo
Berlusconi- che “vengano assunte iniziative per allontanare dall’Ateneo i
professori ancora in esercizio che hanno firmato quel vergognoso
manifesto”.
Ma qualcuno ha detto a Gasparri che Papa Ratzinger non è Pio
XII e che il Ventennio è finito da un pezzo?