L’industria italiana continua a crollare e a produrre a prezzi scontati
30 Maggio 2016
Battuta d’arresto per l’industria italiana che a marzo registra la peggior frenata dall’estate del 2013 con una contrazione del fatturato del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A trainare il crollo è in particolare il comparto delle auto che scende del 6,5% registrando la prima battuta d’arresto dal dicembre del 2013. Dati che preoccupano gli addetti ai lavori perché rischiano di zavorrare la già lenta ripresa economica.
Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,5%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,4%).
Quanto al lieve aumento tendenziale complessivo degli ordinativi, l’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+30,7%), mentre la flessione maggiore si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-13,2%).
Resta evidente, comunque, che l’industria italiana continua a produrre a sconto, come avviene anche negli altri Paesi dell’Eurozona, a causa della persistente debolezza dei prezzi dovuta al crollo delle quotazioni del greggio. Nel mese di aprile 2016 l’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 4,1% nei confronti di aprile 2015. Lo comunica l’Istat, specificando che i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,9% rispetto a marzo e del 4,5% su base tendenziale.
Nel comparto energetico si registra un aumento dello 0,1% in termini congiunturali ed una diminuzione dell’1,0% rispetto a aprile 2015. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano un aumento dello 0,2% sul mese precedente.
Tendenzialmente si registra un calo del 2,1% e il contributo maggiore al calo proviene dal comparto energetico (-3,9 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi negativi più rilevanti derivano dai beni intermedi sia per l’area euro sia per quella non euro.