L’ingresso del Trans nella casa di Cinecittà non salva gli ascolti del GF
03 Novembre 2009
Tante sorprese e novità nella puntata di ieri sera del Grande Fratello. A neanche una settimana dall’apertura della porta rossa, nella casa più spiata d’Italia è nata la prima coppietta, ci sono state alcune incomprensioni tra i coinquilini e sono saltati i nervi a due concorrenti che volevano abbandonare il programma (dopo neppure 48 ore dall’inizio). Ieri abbiamo conosciuto tre nuovi partecipanti, c’è stata la prima nomination, qualche pianto e tanti schiamazzi. Della serie: chi più ne ha più ne metta.
A farla da padrone e a monopolizzare l’attenzione dei milioni di spettatori, la tanto attesa (e chiacchierata) entrata del transessuale che da donna sta seguendo un percorso per diventare uomo. A poco è servito nascondere il suo volto fino ad appena pochi metri dall’auspicata porta rossa perché già nella mattinata di ieri era arrivata la soffiata sulla sua identità. Forse era stata orchestrata proprio dai produttori del GF per aumentare l’audience (anche se in realtà il reality è stato battuto dal telefilm "Pinocchio" di Alberto Sironi). Fatto sta, però, che non c’è voluto molto al popolo di Internet per scoprire chi era il nuovo inquilino: nel Web si eragià scatenato il toto-trans. Anche perché la sua, di storia, l’aveva già raccontata al programma “Iride, il colore dei fatti” condotto da Irene Pivetti, in onda su Odeon.
Si chiama Gabriele Belli, ha 38 anni ed è romano di nascita ma milanese di adozione. Appena tre anni fa si chiamava ancora Elettra, “una vecchia amica con cui ho litigato tanto, che ho persino odiato ma che ora ho imparato a comprendere e fa parte di me”. La storia è toccante: “Sono rinato a 35 anni”, afferma Gabriele che di donna oggi ha solo (quasi) gli occhi celesti e teneri. Da allora ha subito ben 7 interventi per trasformarsi. Una dura metamorfosi per Gabriele, che grazie a una buona dose di bombe ormonali ha avuto la prima soddisfazione: la barba. Proprio quella piccola caratteristica di virilità che ormai è diventata la principale ossessione dei maschietto italo-metrosexual.
Gabriele per ora non dirà niente ai suoi coinquilini, “lascerò che le cose vadano da sole. E’una storia da raccontare nei giusti modi”. D’altronde il Big Brother ci aveva già abituati a personaggi con questo tipo di passato: pochi avranno dimenticato Silvia Burgio dell’ottava edizione, l’ex transessuale che, a differenza del nuovo concorrente del GF10, aveva già completato tutto il percorso di cambiamento di sesso ed era diventata donna a tutti gli effetti. Quando si è rivelata ai suoi compagni aveva spiegato per filo e per segno l’operazione che aveva subìto, provocando non poche reazioni ma soprattutto molta curiosità. La stessa, forse, che susciterà la peculiare storia di Gabriele che grazie alla somma del montepremi di quest’anno (pari a 250mila euro) vorrebbe coronare il suo sogno di diventare uomo.
L’ingresso del concorrente transessuale non è stata l’unica novità della serata. Insieme a lui è entrata anche la romana-dalle-labbra-rifatte Veronica Ciardi e lo “sfigatello” Mauro Marin, il salumiere veneto rimasto in isolamento in un hotel per ben 2 settimane e che la scorsa settimana è stato protagonista della gag con la supermaggiorata Cristina del Basso. C’è stata anche la prima nomination: le concorrenti che rischiano l’uscita il prossimo lunedì sono Carmen, Diletta e Daniela, votata praticamente all’unanimità dopo la crisi di astinenza dalla vita normale e il conseguente ripensamento avvenuto ieri in diretta tv.
Durante questa seconda puntata non sono mancati neanche i momenti strappalacrime. George riceve un disegno del figlio (come dire, anche i machos sanno piangere). Neppure è venuto meno un po’ di sano gossip (Carmen e Marco fanno ormai coppia fissa e Mara sembra decisa a far cadere nella tentazione il religiosissimo Alberto). Poi, tante risate. Soprattutto provocate dal “personaggio” Maicol, pauroso fino al midollo osseo che, durante la settimana di Halloween, è stato vittima degli scherzi di tutta la casa. Lui è il preferito” del pubblico. E forse anche (lo confessiamo a bassa voce) già un po’ il nostro.