L’ingresso della Libia in Finmeccanica: riflessi sul comparto spaziale?
26 Gennaio 2011
In questi giorni si rincorrono le notizie sull’ingresso della Libia nell’azionariato Finmeccanica con il 2,1%. Non è una percentuale di poco conto perché basti pensare ad esempio che una partecipazione del 3% richiede l’autorizzazione del Governo Italiano.
E’ molto verosimile peraltro che il partner libico, che è già presente nell’Unicredit, miri ad occupare posti nel consiglio di amministrazione della Finmeccanica, ormai in scadenza nel mese di Aprile 2011.
Al di là tuttavia dei rilevanti aspetti economici connessi a questa importante operazione finanziaria, vi è da domandarsi quale sia la sua reale connotazione strategica e geopolitica.
Infatti non bisogna dimenticare come il colosso industriale italiano sia presente in molteplici settori che vanno dalle costruzioni ferroviarie, al comparto energetico ed a quelli più corposi e delicati della difesa e dell’aerospaziale.
In questo ultimo settore la Finmeccanica è da tempo consolidata come primo contraente dell’Agenzia spaziale italiana, nonché fortemente presente nell’Agenzia spaziale europea e in commesse civili e militari americane.
Sono queste tutte produzioni di apparecchiature satellitari e missilistiche che comportano la presenza di componenti elettronici realizzati negli Usa, sofisticati e sensibili, e come tali sottoposti al cosiddetto Itar (Internatonal traffic arm regulation), cioè alle regole statunitensi in ordine all’esportazione di componenti strategici con particolare riferimento anche all’aerospazio.
Sarà molto interessante conoscere pertanto nel futuro le reazioni americane all’operazione finanzia di ingresso della Libia in Finmeccanica. Al momento sembra che sia considerata né più né meno di un’operazione commerciale che rafforza l’asse italo-libico. Sarà così anche nell’immediato futuro?
(Tratto da http://cesarealbanesi.blogspot.com/)