L’insostenibile leggerezza della giustizia Usa e della stampa francese

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L’insostenibile leggerezza della giustizia Usa e della stampa francese

24 Agosto 2011

Il procuratore di Manhattan Cyrus Vance jr. rinuncia alla accusa di violenza carnale su una cameriera d’albergo, ipotizzata contro Dominique Strauss Kahn (DSK). Il 14 maggio scorso non è successo niente di penalmente sanzionabile nella camera 2806 del Sofitel di New York. Come volevasi dimostrare…

Restano alcuni dettagli da chiarire:
–    DSK è stato in un attimo ammanettato, incarcerato ed esposto a gogma mediatica per un delitto non compiuto; come è stato possibile ?
–    DSK ci ha rimesso il posto di Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale. Ci sono stati regolamenti di conti?
–    Ci ha anche rimesso la possibile e probabile candidatura alla Presidenziali francesi, non a quelle del Bronx, con tutto il rispetto possibile.
–    Le versioni della violenza subita da parte della giovane donna guineana, sono sempre state poco credibili e dimostrabili; tra tutte una; è veramente possibile una  “fellatio” di una trentenne alta 180 centimetri per 90 chili,circa, imposta con violenza da parte di un intellettuale sessantacinquenne, alto 165 centimetri per 75 chili di peso, circa? Una fellatio, si badi bene, non un …accostamento; lui si sarebbe proprio fidato dei propri scarsi muscoli, per un gioco tanto…pericoloso contro  sé stesso ?
–    L’avvocato capo della signora guineana si è dimostrato subito razzista (ce l’aveva per forza con la violenza bianca) e interessato solo ai dollari di DSK (non certo a quelli della guineana, che non c’erano); quindi lo strumento era il razzismo e il fine erano i soldi?
–    Il Sofitel di New York , proprietà francese , si dette subito e tanto da fare contro DSK : perché ?
E ora comincerà la danza dei soldi , la povera cameriera guineana destinata a ritornare nell’ombra, con qualcuno che l’aiuterà o a rientrare in Guinea , vista la sua immigrazione illegale. DSK tornerà in Francia e comincerà da lì a far pagare i conti. E’ oltretutto di queste ore la probabile decisione del giudice francese di non perseguirlo a seguito della  denuncia di una violenza subita dalla signora Tristan  Banon (modesta pubblicista-scrittrice) ,  o da sua madre Anne Mansouret  (mediocre politica socialista, ma ex bella) o da tutte e due, non si è capito bene, questa volta in Francia. E anche in questo caso DSK potrà chiedere danni.

DSK ha perso il potere; ma sta a vedere che con le sue probabili debolezze sessuali farà più soldi di quanto ne abbia persi; non che sia interessato; magari li manderà ai poveri della Guinea; ma di certo ora è lui il vincitore economico, la vittima; e gli sciacalli , maschi e femmine che siano, famelici di denaro,avvocati bianchi e neri, donne pseudo-disperate per il loro onore calpestato, direttori di albergo  equivoci, dovranno solo nascondersi. La storia dovrebbe finire qui . Le questioni dei soldi non faranno notizia. Le conclusioni?

DSK ama il suo corpo, in maniera un po’ infantile ed esagerata.  Gli USA sono assatanati di potere ( il giudice procuratore politico che cerca la sua rielezione sul sesso di DSK ) e di soldi ( l’avvocato nero della cameriera nera che urla sulle atrocità commesse dal potente bianco sulla povera immigrata nera, solo per farsi un nome alla TV e nei media e cuccarsi manciate di dollari sulla base della lotta di classe neri-bianchi ).

Molti francesi hanno trasformato la quanto meno contorta vicenda americana di DSK  in ulteriore polvere da alzare con la ricerca di donne disponibili a testimoniare il carattere gallico e violento di quello che avrebbe potuto essere il nuovo Presidente ; l’immagine della Mansouret e della figlia Banon, vittime e prede del “brutale” e  bramoso DSK , sono state quanto meno tristi ed avvilenti per la condizione femminile in Francia. Ma avvilente è anche stata quella forza mediatica francese, che si è voluta inchinare al circo giudiziario di Manhattan e del Bronx.

Su tutta questa storia di DSK, l’“insostenibile leggerezza dell’essere” ha travolto il sistema mediatico- giudiziario americano; ma anche quello mediatico- politico francese.