L’Intelligence Usa ci racconta come sarà il mondo nel 2025
28 Novembre 2008
di Simone Nella
“Il sistema internazionale – come costruito all’indomani della Seconda Guerra Mondiale – sarà quasi irriconoscibile nel
Gli analisti affermano a chiare lettere che nel 2025 gli USA resteranno l’unico e il più importante attore internazionale, ma molto meno dominante. La costante trasformazione viene alimentata dalla globalizzazione economica, che segna uno storico spostamento del baricentro sempre più dall’Occidente verso l’Oriente e dal continuo peso di nuovi attori, soprattutto Cina ed India. Nonostante la crescente importanza dei due giganti asiatici, entrambi nel 2025 saranno comunque reticenti ed in altri casi impazienti a assumere un maggior ruolo sul palcoscenico mondiale. Ciò significa, che a differenza del ruolo rivestito dagli USA nel XIX e XX secolo, l’India e
Allo “shift of power” tra gli Stati-nazione si aggiungerà un maggior potere “relativo”, rappresentato dagli attori non statali, costituiti cioè da imprese, tribù, organizzazioni religiose e veri e propri network criminali. E molti Stati del mondo potrebbero finire proprio nelle mani delle organizzazioni criminali. Tra questi neanche l’Europa sembra esserne immune. Infatti, l’intelligence USA prevede che un Paese dell’Europa dell’Est, senza specificare quale, potrebbe finire sotto il controllo del crimine organizzato, con il rischio che possa estendere la propria rete verso occidente.
Secondo gli scenari disegnati dall’intelligence americana, sono soprattutto il cambiamento climatico, l’aumento della popolazione ed il crescente fabbisogno di risorse, le possibili principali cause di frizione al nuovo ordine internazionale “multipolare”.
La più saliente caratteristica del “nuovo ordine” sarà lo spostamento, da un mondo “unipolare” dominato dagli Stati Uniti, ad uno “multipolare senza multilateralismo”, costituito principalmente da vecchi poteri, da nazioni emergenti e dalla diffusione di attori non statali. Se nel precedente rapporto (2004) intitolato Mapping the Global Future: Report of the Intelligence Council’s 2020 Project, l’intelligence prevedeva il dominio incontrastato degli USA nell’arena internazionale, ed una offerta energetica – basata principalmente sul petrolio – che fosse in grado di soddisfare il fabbisogno mondiale, nella nuova edizione del rapporto 2025 si sostiene, per la prima volta, che gli USA stanno andando incontro ad un declino del proprio peso politico e di quello economico, mentre la scarsità di risorse ed i cambiamenti climatici potrebbero creare forti ed inaspettati “shock” geopolitici.
L’attuale crisi finanziaria rappresenterebbe quindi il segnale premonitore di una riorganizzazione globale dell’economia che avrà effetti sia sul dollaro che sul potere finanziario e politico statunitense. Ma è sul fronte strategico-militare che nel 2025 gli USA resteranno l’unico Paese con una proiezione militare di potenza globale e sulla quale molti Paesi continueranno a vedere gli USA come un partner sicuro, rispetto alla crescita di poteri nucleari potenzialmente ostili.
Per gli analisti, l’emergere di nuovi Stati dotati dell’arma nucleare potrà vincolare la libertà di azione statunitense, ma la sua superiorità militare sia in campo convenzionale che in quello non convenzionale sarà comunque un elemento fondamentale per dissuadere apertamente ogni possibile comportamento aggressivo da parte di qualsiasi nuovo Stato nucleare. E di questo potere gli USA ne continueranno a far uso nel contrasto al terrorismo globale. Soprattutto perché, ipotizzano gli uomini dell’intelligence, che potenziali avversari continueranno a perseguire strategie “asimmetriche” per sfruttare ogni possibile vulnerabilità politica o militare.
Un possibile terreno sul quale gli Stati più avanzati potrebbero lanciare i propri attacchi sarà rivolto allo spazio (satelliti e stazioni spaziali) e a quella che viene chiamata “information warfare”. Attacchi e sabotaggi cibernetici potranno mettere in ginocchio le infrastrutture più critiche, come quelle dei trasporti, economiche o energetiche, e quindi, sono considerati dagli avversari come dei veri e propri target in grado di minare gli interessi nazionali statunitensi.
Paesi tradizionalmente alleati degli USA, come Israele e il Giappone, potrebbero sentirsi meno sicuri nel 2025 di quanto lo siano oggi. Ciò potrebbe essere dovuto ai loro trend demografici sfavorevoli e alla scarsità di risorse, ma soprattutto ad una maggiore competizione militare nel Medio Oriente e nell’Asia Orientale, che potrebbe essere corroborata da possibili dubbi sulla vitalità delle garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti.
Secondo il rapporto, le risorse saranno nuovamente il pomo della discordia nell’arena internazionale e la scintilla di nuovi conflitti. L’acqua ed il cibo non saranno sufficienti a soddisfare la domanda globale e i cambiamenti climatici costituiranno un ulteriore elemento di destabilizzazione. La penuria idrica in Asia ed in Medio Oriente renderà più difficile la cooperazione tra gli Stati. Gli esperti calcolano che attualmente 21 Paesi, con una popolazione totale di 600 milioni di persone vivono in aree con penuria idrica, e nel 2025 i Paesi diventeranno 36, con un totale di 1,4 miliardi di persone.
Al contempo, anche la percezione della scarsità di energia condurrà gli Stati a prendere maggiori azioni per assicurarsi l‘accesso alle risorse, al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti via mare, maggiori sforzi saranno rivolti alla costruzione e modernizzazione delle capacità marittime, soprattutto di Cina e India. L’aumento del potere marittimo su alcune rotte potrebbe ingenerare tensioni e rivalità, ma anche l’opportunità di creare forme di cooperazione multilaterale in grado di garantire la protezione di snodi marittimi strategici.
Secondo gli esperti, il riscaldamento terrestre rafforzerà la crescita della Russia, facilitando l’accesso ai giacimenti energetici del nord, anche se il potenziale sviluppo potrebbe essere compromesso dalla criminalità. Possibili cataclismi potrebbero estendersi anche a zone oggi non a rischio, come a New York in cui gli esperti ipotizzano una imponente evacuazione nell’ottobre del 2020 per l’avanzare di un uragano. L’intelligence prevede inoltre un maggior peso politico sullo scenario internazionale per i Paesi islamici non arabi, come Turchia ed Indonesia, mentre l’Iran potrebbe essere un protagonista del nuovo ordine mondiale, soltanto qualora decidesse di attenuare il suo regime teocratico.
Anche al Qaeda, la cui forte presenza nelle Aree Tribali del Pakistan continua a rappresentare una seria minaccia, potrebbe essere presto in declino, soprattutto per aver alienato molti islamici attraverso le indiscriminate uccisioni e la sua trascuratezze ai problemi della povertà, della disoccupazione e dell’istruzione. Ma lo stesso non si potrà dire nei confronti del terrorismo, che continuerà a rappresentare uno dei maggiori pericoli alla sicurezza.
L’attuale tendenza al trasferimento della ricchezza dall’Occidente all’Oriente continuerà ad accentuarsi e le differenze negli stili di vita tenderanno a diminuire, con prospettive di benessere senza precedenti per l’intero globo. Ma parallelamente aumenteranno anche i fattori di instabilità. Dagli scenari descritti nel rapporto, l’intelligence americana prevede che il sistema internazionale sarà dominato sempre più da una molteplicità di attori statali e non statali, e ciò può anche voler dire che il khaos avrà la meglio sul nomos se i maggiori players internazionali non riusciranno (o non vorranno) creare nuovi meccanismi di governance globale, più adatti ad affrontare le nuove sfide del XXI secolo.