L’ipotesi Terzo Polo non fa dormire sonni tranquilli al centrosinistra
04 Agosto 2011
di L. C.
Non dormono sonni tranquilli il segretario regionale del Partito democratico, Danilo Leva, e il leader del movimento Alernativ@, Roberto Ruta, registi della candidatura di Paolo Di Laura Frattura alle primarie. Un ulteriore ostacolo rischia infatti di materializzarsi per loro: il Terzo polo. Che non dovrebbe coinvolgere, tuttavia, le forze di centrodestra: difficilmente gli esponenti molisani di Fli e Udc abbandoneranno l’alleato Michele Iorio. Alle Regionali del 2011 il Terzo polo potrebbe quindi nascere con un orientamento a sinistra. La voce circola già da qualche giorno negli ambienti politici molisani. Cosicché la mossa strategica di Leva e Ruta – ossia candidare un uomo idealmente vicino al Pdl per sottrarre voti al centrodestra – potrebbe trasformarsi in un vero e proprio boomerang.
Partiamo dal Pd. I malumori dei militanti non fanno più notizia: un giorno sì e l’altro pure spunta un circolo del partito – sia in provincia di Campobasso, sia in quella di Isernia – che prende le distanze dalla scelta di Leva. C’è chi si appella ai vertici nazionali, chi si autosospende. Chi sbatte la porta e se ne va, dicendo chiaro e tondo dinon avere intenzione di votare un uomo di destra. Insomma, nel Pd la frattura è fin troppo evidente e stavolta Leva rischia di uscirne davvero con le ossa rotte. Allungare la striscia negativa di competizioni elettorali perse sarebbe imperdonabile, ma le premesse non sono incoraggianti. Mentre Leva tira dritto per la sua strada, senza dar troppo peso alle candidature degli altri esponenti di spicco del suo partito (Michele Petraroia e Antonio D’Ambrosio), cresce il dissenso intorno a questa scelta. Dopo la raffica di comunicati stampa da parte di numerosi circoli cittadini del Pd, prendono le distanze anche gli Ecologisti democratici del Molise, che chiedono al presidente nazionale degli EcoDem, l’onorevole Fabrizio Vigni, di sollecitare un intervento della segreteria nazionale, la quale finora sta dando l’impressione di volersene lavare le mani. Nel definire addirittura “agghiaccianti” le dichiarazioni di Leva in favore di una figura vicina al Pdl, gli EcoDem lanciano l’ultimatum: “In assenza di un intervento autorevole della segreteria nazionale che ripristini il rispetto delle regole interne, chiederemo ai due candidati del partito di non concorrere alle primarie così che l’investitura, artatamente precostituita in favore dell’esponente Pdl, possa assumere le dimensioni plebiscitarie di infausta memoria”.
Ma se il Pd piange, neanche gli altri partiti della coalizione ridono. Sinistra ecologia e libertà appoggia Petraroia. Ma alle Regionali i suoi simpatizzanti sarebbero disposti eventualmente a votare per Frattura? Più di qualcuno ha già detto di no. E anche nel partito di Vendola si parla di possibili spaccature: la recente nomina alla segreteria regionale di Candido Paglione, ex Pd, non tutti l’hanno digerita, figurarsi se accetteranno di buon grado di votare un esponente di destra. Rifondazione comunista, che non partecipa alle primarie, di Frattura non vuole saperne. Ha detto no anche il senatore Giuseppe Astore, ex Idv oggi alla guida del movimento Partecipazione democratica. Perplessi anche diversi militanti del Psi (che ufficialmente appoggia l’esponente ex FI) e dei Comunisti Italiani.
Con questo quadro, quella di un Terzo polo sbilanciato a sinistra diventa più di un’ipotesi. E per il centrosinistra sarebbero dolori. Una competizione dall’esito che appare, oltretutto, già scontato potrebbe trasformarsi in una clamorosa disfatta. A maggior ragione perché, in caso di spaccatura della coalizione, anche l’Italia dei valori – che oggi non esclude un sostegno al vincitore delle primarie – potrebbe decidere di correre per i fatti propri.
Negli ambienti della sinistra si cerca un possibile leader antagonista di Frattura. Già circolano un paio di nomi. Ma non sono quelli di D’Ambrosio e Petraroia. Loro saranno leali e rispetteranno il patto, vale a dire sostenere il vincitore delle primarie. Ma faranno altrettanto i loro sostenitori? E l’ex presidente della Provincia di Campobasso, Nicola D’Ascanio,come si comporterà? Difficile dirlo. I promotori del suo movimento, “Cambiamo il Molise”, potrebbero chiedergli di candidarsi comunque alla presidenza della Regione. Un’altra ipotesi potrebbe essere quella di Giuseppe Astore. Mentre Massimo Romano (Costruire democrazia), anch’egli candidato alle primarie, non sembra essere interessato a un discorso del genere.
Il rischio di vedere un centrosinistra spaccato alle Regionali resta, dunque, concreto. Solo Petraroia ci sta provando a evitare questa Caporetto. “Sono pronto da subito a fare un passo indietro, qualora fosse concretamente disponibile una candidatura in grado di unire tutto il centrosinistra, come quella paventata dalla stampa locale del dottor Giuseppe Narducci”. Narducci, originario di Campobasso, è un pubblico ministero (per intenderci, quello dell’inchiesta su Calciopoli). Di recente il neo sindaco di Napoli Luigi De Magistris lo ha chiamato a far parte della giunta comunale, cosa che ha suscitato non poche polemiche vista l’attività giudiziaria svolta in precedenza da Narducci proprio sullo stesso territorio dove adesso è assessore.
Comunque, l’ipotesi di Petraroia sembra destinata a cadere nel vuoto. Leva e Ruta hanno già deciso a tavolino che lo sfidante di Iorio sarà Frattura. Nel frattempo, sulle primarie e sul centrosinistra si abbatte un altro fulmine: le elezioni saranno quasi sicuramente anticipate al 16 ottobre. Ci sarà quasi un mese di meno a disposizione. Significa che bisognerà rivedere la data delle primarie. Oppure cancellarle. Entrambe le opzioni sono destinate a sollevare altre feroci polemiche. E a rendere ancora più probabile la costituzione del Terzo polo.