L’Iran dà il benservito al capo di Hezbollah
14 Dicembre 2007
capo militare degli Hezbollah. Resterà capo politico ma ormai le azioni militari
e terroristiche decise da Teheran sarà il suo ex vice Naim Qasim a coordinarle. “Ha perso la
guerra con Israele nel sud del Libano e quest’anno ci è costato oltre un
miliardo di dollari”. Queste parole attribuite all’ayatollah iraniano Alì
Khamenei e riportate da numerosi giornali arabi tra cui Al Shark Al Awsat
costituirebbero la spiegazione del siluramento, che oltretutto risalirebbe allo
scorso agosto e sarebbe stato tenuto segreto per non dare armi propagandistiche
ai numerosi nemici dell’organizzazione terroristica in Libano.
L’importanza di questa notizia, smentita sul sito ufficiale di Hezbollah e ignorata dai
media italiani ed europei, non sfugge a quanti avevano mal digerito la vera e
propria esultanza con cui gli analisti politically correct avevano salutato la
presunta sconfitta dell’esercito dello stato ebraico nella guerra del luglio e
agosto 2006 nel sud del Libano. Per due motivi: il primo è che nei loro interna corporis sia Hezbollah sia gli
iraniani che li hanno creati dal nulla negli anni ’80 sono consapevoli che non
ci fu alcuna vittoria contro Tsahal;
il secondo è che la pubblicazione di questa storia sui
giornali arabi implica un’ammissione della eterodirezione da parte di Teheran
di tutte le iniziative armate anti israeliane in Medio Oriente. Da Gaza al
Libano. Circostanza che porta acqua al mulino di chi chiede sanzioni più dure o
addirittura un intervento militare contro il regime degli ayatollah.
Nell’articolo di Al Shark Al Awsat si legge, tra l’altro,
che nel corso di un’ispezione dei pasdaran iraniani nei territori
feudo di Hezbollah, risalente allo scorso agosto, sarebbero emerse forti
carenze nel settore militare. Ed in particolare per quanto riguarda gli
armamenti e gli approvvigionamenti dei miliziani. Tanto che è stata
esplicitamente chiesta una rendicontazione delle spese sostenute. Uno degli
ufficiali iraniani (le famigerate Guardie della Rivoluzione che l’America ha
aggiunto di recente nella black list dei terroristi, suscitando lo sdegno di
molti osservatori alla Sergio Romano in Italia e in Europa) presenti nella
Bekaa come addestratore avrebbe inoltre rivelato i forti contrasti tra Nasrallah
e il suo vice, Qasim, su questioni molto delicate che riguardano l’ala militare
degli Hezbollah. L’eco dello scontro sarebbe giunta fino a Teheran, così da
convincere la guida suprema iraniana, Ali Khamenei, a disporre
l’ispezione che ha dato il via al ridisegnamento del%3Cspan>l’organizzazione militare del gruppo terroristico.
La fonte di Al Ahark Al Awsat spiega anche che ci sarebbero
forti divergenze sull’utilizzo di quei 400 milioni di dollari annui che Hezbollah riceve da Teheran e che dall’anno scorso sono stati aumentati sino a
un miliardo di dollari dopo i danni provocati dall’azione israeliana. Con
questi fondi gli Hezbollah non solo hanno ricostruito i palazzi distrutti a sud
di Beirut e realizzato nuovi insediamenti strategici, ma avrebbero anche comprato
appezzamenti di terra nelle zone montuose e nelle regioni a prevalenza
cristiana.
Tra le righe si capisce che ci potrebbero essere sospetti da
parte iraniana di malversazioni e di distrazioni di fondi per uso personale. E in ogni caso la
temerarietà dell’attacco a Israele, solo parzialmente concordata prima con
Teheran, avrebbe messo il regime degli ayatollah in difficoltà economiche. Anche
perché se l’ala facente capo a Khamenei ed Ahmadinejad non ha mai fatto mistero
di aver approvato l’operazione, i cosiddetti moderati di Rafsanjani, che sono
l’unica opposizione ammessa in quel paese e quindi non perseguitata, non hanno
a propria volta mai fatto mistero di essere stati contrari all’escalation del
conflitto provocata dagli oltre diecimila razzi sparati sulla Galilea.