L’Istat dà uno scappellotto a Renzi: “Rischio rallentamento a breve”

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L’Istat dà uno scappellotto a Renzi: “Rischio rallentamento a breve”

06 Maggio 2016

La ripresa economica non c’è. Quello che ci raccontano da mesi è solo uno spot pubblicitario. Lo zero virgola sbandierato da  Renzi contro i gufi è già evaporato via.

Anche se ci provano, i numeri non si possono nascondere. Oggi l’Istat ne pubblica alcuni che sono allarmanti.  Secondo l’istituto di statistica, infatti, rende noto “in un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del pil, l’economia italiana presenta segnali positivi”, ma “l’evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana” che “ha subito una battuta d’arresto a febbraio” segnala “rischi di un rallentamento dell’attività economica nel breve periodo”.

I segnali positivi sono associati al miglioramento della produzione industriale, al leggero consolidamento dell’occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie. Nei primi mesi dell’anno, però, l’Istat ha rilevato come “la dinamica dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane” si continui a mantenere “altalenante. In aprile si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifattura per contro il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo”.

 “A febbraio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato una battuta d’arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine”. Così come  “la dinamica dei prezzi per i prossimi mesi si prefigura estremamente debole,in linea con le attese di ribassi dei listini industriali”.

Se la crescita arranca, i consumi delle famiglie italiane non sono, certo, da meno. Tanto che la Confcommercio registra una ripresa a fasi parecchio alterne. A marzo è stato rilevato un calo dello 0,4% rispetto a febbraio e un incremento dell’1,5% tendenziale. Secondo gli analisti dell’associazione, il dato evidenzia “le difficoltà della domanda ad instradarsi su un sentiero di sicura crescita”. “Tale dinamica si inserisce in un contesto in cui i principali indicatori congiunturali stentano a mostrare andamenti univoci”, e c’è la “conferma l’assenza di slancio della ripresa.