L’Italia a Pechino punta il faro su clima, biodiversità, salute, energia, acqua
28 Ottobre 2010
Nel 2003 un gruppo di una quarantina di paesi si riunì a Washington nell’ambito delle discussioni sui Millennium Goals che l’ONU aveva lanciato per rispondere ad alcune sfide globali importanti; tra queste il clima visto però in maniera meno ideologica del contesto dello IPCC.
La volontà era quella di arrivare a coordinare a livello mondiale tutti gli sforzi che i paesi avevano messo in atto, o programmavano di fare, nel settore delle Osservazioni della Terra: ciò allo scopo di monitorare il pianeta per prevenire volendo rappresentare una struttura volontaristica in grado di poter offrire ai politici informazioni complete ed utili per affrontare i problemi ambientali.
Al gruppo presero parte sin dagli inizi tutti i paesi del G8, buona parte di quelli del G20 più vari paesi in via di sviluppo che diventavano i primi usufruttari di questra operazione. La velleità, o il sogno di questo gruppo di persone, era quello di mettere insieme tutti i dati possibili ed accessibili unendo, per la prima voltas insieme, dati terrestri con quelli spaziali in modo da coprire in maniera ottimale tutta la gamma delle possibilità. Per non spaventare i paesi più dubbiosi e, soprattutto per far comprendere l’importanza della cosa, la struttura fu definitivamente stabilita come “non legalmente vincolante” significando così che ci partecipava chi voleva, nel modo che riteneva migliore per i suoi interessi e senza vincoli di sorta.
Le cose hanno funzionato bene, come era da aspettarsi: i dati hanno cominciato a confluire, sempre più paesi ed Istituzioni si sono associate e, spesso, le informazioni che hanno potuto circolare sono servite a risolvere problemi e a favorire scambi tra gli addetti ai lavori e formazione qualificata. L’Organizzazione ha il suo Segretariato a Ginevra, ospitato presso la sede del WMO, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, e vale la pena di essere visitato via internet per l’ampiezza di notizie che può fornire in vari settori delle normali necessità della società civile all’indirizzo www.earthobervations.org.
La struttura si è andata sviluppando nel corso degli anni arrivando oggi a 83 paesi e oltre 100 Organismi di ricerca così che si è reso necessario creare strutture intermedie di gestione. Il potere decisionale è prerogativa dell’Assemblea Plenaria dove tutti i membri siedono ma hanno diritto di voto soltanto i paesi in quanto espressione dei governi; gli altri membri contribuiscono alla vita operativa con le loro competenze ed il loro personale ma, non essendo espressioni politiche nazionali, non hanno diritto di voto. Come in tutti gli organismi di una certa direzione è stato creato un Consiglio Esecutivo di 13 membri che rappresentano, tre per zone continentali, l’Organo di verifica operativa sul Segretariato e di esecuzione delle delibere politiche della Plenaria. Per l’Europa, oltre ad una Delegazione della commissione Europea, ruotano a turno i rappresentanti di vari paesi. Oggi sono Germania ed Italia in riconoscimento dell’essere stati tra i fondatori del GEO rappresentando sempre un punto di riferimento importante anche in termini di competenze professionali. Una volta l’anno si tiene, sempre in un paese diverso, l’Assemblea Plenaria “dei soci” che verifica il lavoro fatto e definisce le nuove linee strategiche o la continuazione delle precedenti.
I temi che GEO tratta e condivide tra i partecipanti sono di estrema attualità: disastri, salute, energia, clima, acqua, ecosistemi, agricoltura, biodiversità. Non a casa la leadership istituzionale appartiene al Ministero dell’Ambiente che meglio di altri ha una sensibilità spiccata su ognuno di questi temi. Passi avanti ne sono stati fatti in maniera considerevole anche in termini di partecipazioni nazionali ed istituzionali di enti e strutture di ricerca. GEO sta diventando sempre più un punto formidabile di incontro e di distribuzione gratuita di dati allo scopo di favorire soprattutto stati e realtà che, altrimenti, avrebbero difficoltà ad accedere a questo tipo di informazione sui temi strategici prima indicati. Un filosofia nuova di condivisione sta prendendo sempre più piede, pur con le dovute cautele di rito per quei dati che possano essere sensibili in una qualche misura. L’importante è andare avanti ed il supporto fornito, soprattutto in occasione degli ultimi disastri in Cina ed a Haiti sono una prova che l’idea è giusta e sta portando risultati positivi.
L’Italia sta giocando sin dall’inizio un ruolo di primi piano, riconosciuto a livello internazionale da tutti, che la mette al top delle nazioni che contano in GEO.
La prima settimana di Novembre la Plenaria si terrà a Pechino, fortemente voluta dai cinesi per dimostrare il loro impegno nel campo: i risultati previsti sono incoraggianti. Si tratterà di sviluppare il secondo Piano Programmatico di attività sulla base dei risultati ottenuti sino ad oggi. Ci stiamo giocando un ruolo importante e, per la prima volta, con la presenza anche di nostre industrie del settore ad ulteriore conferma di quello che il paese, se vuole, può fare.