L’Italia boicotta Durban II ma il dialogo con l’Iran non s’interrompe

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L’Italia boicotta Durban II ma il dialogo con l’Iran non s’interrompe

05 Marzo 2009

E così anche l’Italia ha deciso di boicottare la Conferenza Onu sul razzismo, “Durban II”, ritirando la sua delegazione dei negoziati che si stanno svolgendo a Ginevra. Il ministro degli esteri Frattini è intervenuto per dire che la decisione dello stato italiano deriva dalle “aggressive frasi antisemite” contenute nella bozza della dichiarazione preparata in vista della Conferenza che si svolgerà ad aprile.

Dopo un incontro con il ministro degli esteri israeliano Tzipi Livni, al vertice della Nato a Bruxelles, Frattini ha definito “dichiarazioni orribili e inaccettabili quelle sul negazionismo dell’Olocausto, sulla distruzione di Israele e quelle sui nostri amici americani che hanno teso all’Iran una mano per il dialogo”. Nella bozza preparatoria per la Conferenza di Ginevra la politica israeliana nei territori palestinesi è stata definita “una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l’umanità e una forma contemporanea di apartheid”. 

Frattini ha aggiunto che la decisione italiana di boicottare Durban II verrà revocata se il testo programmatico verrà modificato. Secondo il titolare della Farnesina, anche Danimarca, Francia, Canada e Belgio sono pronti a seguire l’esempio dell’Italia.Nel 2001, alla prima Conferenza in Sudafrica, il sionismo era stato equiparato al nazismo. Gli Stati Uniti e Israele abbandonarono la Conferenza mentre stavolta hanno già annunciato che boicotteranno l’incontro a Ginevra, insieme al Canada e l’Italia.

Il ministro degli esteri ha anche tenuto a precisare che una cosa sono il negazionismo o la rincorsa nucleare iraniana, un’altra il coinvolgimento di Teheran nel processo di stabilizzazione dei confini tra Pakistan e Afghanistan. Secondo il ministro degli esteri la visita italiana prevista in Iran per marzo non è in discussione e che si tratterà di una “missione esplorativa” limitata all’agenda afghana. Il ministro israeliano Livni ha preso atto della decisione italiana di "contattare" le autorità iraniane.

Sul dossier afgano, infatti, l’Iran ha “un interesse concordante” con la comunità internazionale, mentre sul Medio Oriente c’è “un interesse contrastante”. Per questo motivo, conclude Frattini, i due dossier non possono essere separati perché partono da posizioni negoziali molto diverse”. Frattini, in ogni caso, dice di voler capire se “l’Iran vuole prendere la mano tesa” che gli è stata rivolta da Obama.

Anche il ministro degli esteri francesi Kouchner si è detto speranzoso che “alla conferenza del 31 marzo sull’Afghanistan ci sia anche l’Iran”.