“L’Italia del Tea Party vuole meno tasse e più libertà”
09 Giugno 2010
Gli italiani vorrebbero sentirsi dire "abbassiamo le tasse", ma la sinistra non ha parole d’ordine del genere nel suo vocabolario, mentre la destra si limita a rincorrerle sul piano mediatico. Il Tea Party Italia si batte per una rivoluzione fiscale che il Paese aspetta da vent’anni. Ne parliamo con David Mazzarelli, fondatore e portavoce nazionale del movimento.
Mazzarelli, come spiegherebbe agli italiani il fenomeno del Tea Party?
Gli ricorderei i coloni americani travestiti da indiani che rovesciarono le casse di tè nel porto di Boston, nel 1773. In America il movimento del Tea Party s’ispira a questo evento rivoluzionario.
Perché dovremmo importarlo qui da noi?
Il movimento in America si batte per avere meno Stato nella vita dei cittadini. I soldi che guadagno devono restare nelle mie tasche.
Per quale motivo?
Per evitare di finire in default come la Grecia, ecco perché. Il nostro Paese si accontenta di riforme per ‘tirare a campare’, mentre invece avremmo bisogno di riforme strutturali capaci di dare vita a una vera cultura liberale. La questione fiscale è l’aspetto decisivo. Siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi.
Le tasse però non sembrano la priorità di questo né di altri governi
Probabilmente all’inizio verremo ignorati ma, durante le ultime elezioni americane, candidati come Rand Paul non avrebbero vinto senza il supporto del Tea Party. Paul ha citato il movimento per ringraziarlo durante il suo primo discorso.
Cos’è che non funziona in Italia?
Gli italiani vorrebbero sentirsi dire ‘abbassiamo le tasse’ ma la sinistra non lo ha parole d’ordine del genere nel suo vocabolario, mentre la destra dallo "stato criminogeno" di Tremonti è passata alle politiche keynesiane.
E il "meno tasse per tutti" del Cavaliere?
La rivoluzione berlusconiana è rimasta sul piano della comunicazione, quelle attuali sono politiche contingenti e prive di progettualità. Basterebbe solo un po’ di buonsenso.
C’è un politico italiano che potrebbe rappresentarvi?
Nessuno, né a livello politico né a livello mediatico. Siamo un movimento, fatto di soggetti e personalità diverse, pronti a condividere la nostra battaglia con quanti, nel mondo della politica, vorranno abbracciarla.
A proposito di movimenti, nel Nord-Est le "Tute Bianche" sono contro le tasse che deprimono l’iniziativa e la creatività individuale
Sono contento che Luca Casarini se ne sia accorto. Forse dopo aver fatto l’estremista ha finalmente iniziato a lavorare, provando sulla propria pelle che vuol dire cavarsela da soli.
Anche la Lega si batteva contro un fisco troppo oppressivo
Fino a quando non è diventata forza di governo.
Con queste sue affermazioni non rischia di cadere nell’antipolitica?
Non m’interessano la demagogia o il populismo. Vorrei un governo in grado di governare.
Il padre di Rand Paul, Ron, vuol chiudere le basi militari americane nel mondo. Tutte. L’isolazionismo al posto dell’idealismo democratico di Bush…
Non è così. Nel Tea Party ci sono Ron Paul e Sarah Palin, che non mi risulta voglia chiudere le basi degli Usa. Ci sono questioni su cui il movimento non prende posizione, lasciando la massima libertà di scelta agli individui. Tra noi ci sono i pro-choice e i pro-life, quelli a favore e quelli contro la guerra in Iraq, ma ad unirci è la battaglia per avere meno Stato e più libertà.