L’Italia, dopo 150 anni di nobile storia, è ancora protagonista
02 Aprile 2011
di M. C.
Nell’ambito del ciclo d’incontri “Dialoghi sulla Politica” ieri pomeriggio, nella sala consiliare di Polignano a Mare, è stato presentato l’ultimo saggio del giornalista e scrittore Tommaso Francavilla, 150 anni di unità d’Italia. Pezzi di verità cancellate, durante un vivace dialogo con il sen. Nicola Latorre e con il vice presidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello.
Per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità politica d’Italia, Francavilla ha voluto raccogliere in un’unica opera gli articoli di una vita intera che hanno avuto come unica e nobile protagonista l’Italia. Per sottolineare “l’attualità del Risorgimento, periodo glorioso”, per difendere l’unica epopea della nostra storia per la quale valga la pena lottare e per superare le “due mistificazioni del Risorgimento, una da nord ed una da sud”, Tommaso Francavilla ha intrapreso un percorso a ritroso che, partendo dalla contemporaneità, ha attraversato tutta la storia del nostro Paese dimostrando come quella che abbiamo oggi sia un’Italia con radici profonde, con una storia complessa che abbiamo l’obbligo d’“amare un po’ di più”.
Lo stimolante lavoro di Francavilla, italiano e meridionale, non può prescindere da una completa valutazione dei processi politici che hanno fatto in modo che il disagio di partenza del Mezzogiorno d’Italia nei confronti del Nord sabaudo si ampliasse con tale ferocia fino ad oggi. “Si è ricomposto, soprattutto dalla mia parte politica, – sostiene Nicola Latorre – un giudizio sul Risorgimento che aveva una chiara impronta liberale e che ha consentito al nostro Paese di essere ciò che è: nazione democratica”. Secondo la valutazione storica del senatore Pd, con un passato prima comunista e poi diessino, “il sud non è vero che abbia subìto il processo di unificazione, ma la questione meridionale non è figlia del Risorgimento, piuttosto dell’approcciarsi della classe politica al rapporto con il Mezzogiorno: recuperare, oggi, la questione meridionale significa elevarla a questione nazionale.”
All’indomani delle celebrazioni del terzo giubileo dell’unità d’Italia, il sen. Quagliariello ha ripreso i fili delle feste che hanno celebrato l’epopea risorgimentale che hanno avuto il merito di “ribadire la forza di integrazione dell’unità”. “La storia d’Italia – evidenzia il vice presidente dei senatori Pdl – rimane estremamente difficile e ci fa capire quanto sia importante la politica come risorsa: è noto come le potenze internazionali fossero contrarie all’unificazione, come lo fosse la Chiesa Cattolica e quanto fosse difficile integrare nord e sud. La storia d’Italia è storia di integrazioni successive: repubblicani, masse, cattolici ed anche forze antinazionali come i comunisti.” Il difficile rapporto tra nord e sud della penisola è vivo ancora oggi ed il senatore Quagliariello si augura che il progetto per il sud, varato dal ministro Fitto, possa finalmente partire. “Malavita, infrastrutture, capitale umano e zone di fiscalità di vantaggio sono indispensabili per far sì che la ‘questione meridionale’ riesca a raggiungere il livello della modernità.”
Il Mezzogiorno d’Italia è parte integrante del Mediterraneo e i nuovi assetti geopolitici del nord-africa incideranno anche sul futuro della nostra terra. Il senatore Latorre è convinto che il meridione d’Italia abbia l’obbligo di diventare “luogo strategico” nello scacchiere futuro; Quagliariello parla di “svolta epocale” e sottolinea come questa sia “una sfida per l’Europa, che vede fallire la solidarietà europea” che fu alla base della fondazione del mercato comune. Tuttavia, nonostante la difficile situazione politica, nazionale ed internazionale, come ha detto Quagliariello, “quello che ci ha dato il 17 marzo ci dà fiducia per il futuro”.