L’Italia è intercettata, il PD fa spallucce
15 Maggio 2013
Se vuole che la legislatura duri e porti a qualche risultato il Pd deve darsi una regolata. Dopo che il capogruppo Pdl aveva depositato in commissione Giustizia una proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche, riprendendo il DDL Alfano votato a suo tempo da un ramo del parlamento, le parlamentari del Pd, la presidente della Commissione Ferranti e la deputata Anna Rossomando hanno alzato gli scudi: "In una situazione politica così delicata – ha detto Ferranti – non credo sia un tema che possa rientrare tra le priorità per venire inserito in tempi rapidi all’ordine del giorno".
Idem Rossomando, "Il tema delle intercettazioni non è certamente una priorità nell’ambito delle importanti riforme che attendono i cittadini per l’efficienza della giustizia". E ancora: "La riproposizione da parte del Pdl del testo già proposto nella passata legislatura rischia di far fare un grave passo indietro al confronto politico". Insomma, va bene che la situazione è delicata, che questo non è un vero governo di coalizione e che ha uno scopo determinato, ma se il Pd, mettiamo, se ne esce con la proposta di legge sulla cittadinanza – che non è chiaro perché mai dovrebbe essere prioritaria – il Pdl non ha il sacrosanto diritto di avanzare le proprie?
Subito il circo mediatico ha sbriciolato l’idea di restringere l’uso delle intercettazioni come un favore fatto a Verdini, Cosentini e dell’Utri (alla Camera è arrivata una richiesta di autorizzazione per l’utilizzo delle intercettazioni che li riguardano), visto che qualsiasi cosa dica o faccia il Popolo della Libertà non è per il Paese ma nell’interesse di qualcuno – un modo di ragionare che fa accapponare la pelle. L’Italia è uno dei Paesi più intercettati in Europa. Altro che "leggi-bavaglio". Da un punto di vista liberale, i cittadini dovrebbero sdegnarsi verso la pratica indiscriminata delle intercettazioni a tappeto, che umiliano la democrazia e fanno tornare in mente vecchi regimi per fortuna rottamati da tempo.
Il DDL votato durante il Governo Berlusconi non avrebbe bloccato le indagini della magistratura. Le intercettazioni continueranno ad essere usate per i reati gravi, mafia, terrorismo, eccetera, ma non è possibile che il metodo d’indagine principe possa essere soltanto questo. Le intercettazioni, tra le altre cose, costano, tracimano, se ne abusa, e il diritto alla riservatezza dei cittadini va a farsi benedire. Forse il Pd ha dimenticato i file distrutti delle intercettazioni a Napolitano o fa finta di niente. E il circo mediatico strepita e sbraita perché immaginiamo quante copie in meno venderebbe certa stampa che rimesta nel torbido senza avere più a portata di mano le intercettazioni, magari quelle che non hanno nessun valore sul piano dei reati commessi, gentilmente offerte al mercato giornalistico da qualche manina solerte.
Ci sono fatti, assolutamente privati, personali e, quindi, inviolabili, che devono restare tali.