
L’Italia non è un Paese per Partite Iva

10 Febbraio 2023
Nel 2022 sono state aperte circa mezzo milione di nuove partite Iva in Italia. Una flessione del 8,7% rispetto al 2021, anno in cui si era registrato un elevato numero di aperture a seguito dell’allentamento delle restrizioni legate all’emergenza Covid-19. Lo dice il Mef dopo l’aggiornamento dei dati dell’Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
La distribuzione per natura giuridica indica che il 70% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche. Il 22,3% da società di capitali. Solo il 3,3% da società di persone. Rispetto al 2021, il dato è -8,1% per le società di persone, -5,9% per le società di capitali, -4,9% per le persone fisiche. Calano anche le partite Iva avviate da soggetti non residenti in Italia. -51,3% nel 2022 rispetto al 2021.
Si può dire che negli anni del Covid l’aumento è stato dettato dalle vendite online. Ma l’impressione è che davanti a una burocrazia opprimente e a un sistema fiscale che disincentiva i più giovani a rischiare, il calo sia legato alla percezione che c’è nel Paese. Ovvero puntare al posto pubblico, anche se sottopagato e senza chance di carriera, invece che liberare realmente le energie produttive del nostro Paese.