L’Italia renziana e grillina allo sbando, ora tocca al Centrodestra

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L’Italia renziana e grillina allo sbando, ora tocca al Centrodestra

L’Italia renziana e grillina allo sbando, ora tocca al Centrodestra

15 Aprile 2017

L’ultima infornata di dati Istat dà la cifra del fallimento del governo Renzi e del suo successore, Gentiloni, sul fronte delle politiche economiche.  4 milioni e 600 mila persone in Italia rientrano nella fascia della povertà assoluta, il dato è stabile e fa riferimento al periodo compreso tra 2014 e 2015. Il reddito pro capite degli italiani è inferiore del 4,5 per cento rispetto a quello della media dei Paesi europei. Calano ricchezza, occupazione, produttività del lavoro e mentre la Ue accelera il nostro Paese frena. Il rapporto debito/Pil nel 2016 è salito al 132,6%, circa 6 decimi di punto percentuale in più rispetto al 2015, ma a quanto pare per Bruxelles non è un problema. 

Di fronte a una situazione del genere il governo Gentiloni, alle prese con manovrina e nuova legge di bilancio, se ne esce con nuovi bonus modello 80 euro, promesse e provvedimenti spot come il “reddito di inclusione sociale”, una integrazione al reddito per i più poveri che però non solo non riuscirà a coprire tutta la platea dei ‘bisognosi’ ma soprattutto non favorirà investimenti, crescita e sviluppo, rischiando invece di trasformarsi in un sussidio che disincentiva al lavoro. 

Mentre il governo pensa di risolvere le cose bastonando i “portoghesi” con supermulte sugli autobus, se parliamo di politica, quella vera, oggi il Centrodestra italiano sembra avere l’occasione per presentarsi davanti agli elettori, alle prossime amministrative, e poi alle elezioni nazionali, con una ricetta  alternativa a quella fallimentare della sinistra di governo ma anche alle proposte del Movimento 5 Stelle, che tra mito della decrescita e altri sussidi sotto diverso nome non appare in grado di avere una politica economica degna di questo nome. 

Il Centrodestra può e deve ripartire dalle sue battaglie storiche, una vera riduzione del fisco e sostegno alle imprese, per dirne soltanto una, sfruttando quello che attualmente sembra un momento favorevole nelle intenzioni di voto degli italiani – ma tutto questo a patto di presentarsi unito ai prossimi appuntamenti elettorali. Mentre il Pd paga la scissione a sinistra, al 27,6% (era al 30%), e gli scissionisti perdono a loro volta un punto nei consensi, secondo il sondaggio IPSOS pubblicato oggi dal Corriere della Sera il Centrodestra unito sarebbe al 31,2%, sopra il Movimento 5 Stelle che si ferma al 30,7% (1,6 punti in meno rispetto alla metà di marzo). 

Il Centrodestra italiano, dunque, è tornato fortemente competitivo – in attesa di capire se riuscirà a trovare un programma e leadership comuni. Lo schema resta quello che era circolato nei giorni scorsi, l’immagine del ‘pentagono’ attribuita da alcuni giornali a Silvio Berlusconi, con Forza Italia alla base, i “sovranisti”, Lega e Fratelli d’Italia, a presidiare le ‘estreme’ dello spettro politico, e come ali per incunearsi nell’elettorato centrista una serie di forze politiche e movimenti guidati da Gaetano Quagliariello, Raffaele Fitto e Stefano Parisi, oltre a quei pezzi del mondo cattolico che non vogliono finire organici al renzismo. Ma per capire se uno schema del genere è realizzabile, prima bisogna capire con che legge elettorale andremo a votare. Quel che invece sappiamo è che serve una scossa all’economia italiana e che il Centrodestra può e deve far ripartire il Paese.