Lo scandalo della melamina travolge anche i sexy shop
21 Ottobre 2008
Lo scandalo melamina si tinge di rosso. Dopo il latte contaminato che, fino ad ora, ha causato in Cina la morte di quattro banbini e l’intossicazione di altri 50mila, ora è la volta dei giochi erotici in Gran Bretagna. Tracce del composto chimico sono state trovate, infatti, in alcune creme per il corpo al sapore di cioccolata e fragola, in vendita nei sexy shop britannici. A lanciare l’allarme è stata la British Food Standards Agency (FSA), precisando però che i rischi per la salute sono bassi. Le autorità inglesi hanno spiegato che la melamina è stata trovata in set chiamati "I Love You", fabbricati in Cina e venduti nel sexy shop Ann Summers.
"Questa è la prima volta. Non abbiamo mai dovuto annunciare prima d’ora un’allerta sulle creme “willy” al gusto di cioccolato o ad altri gusti", ha scritto la FSA (Food Standards Agency) sul suo sito web.
E sempre in questi giorni l’emergenza si è estesa anche al Giappone. Una catena di ristoranti nipponici ha infatti scoperto di aver servito delle pizze contenenti melamina. Lo ha riferito il ministro della Salute, Hakuo Yanagisawa, aggiungendo che le pizze, preparate con impasti contenenti latte in polvere proveniente dalla Cina, sono state presentati ai clienti nei primi due giorni di ottobre in alcuni ristoranti della catena “Saizeriya”, nel nord e nell’est del Paese. Nella nota del ministero è stato però precisato che il contenuto era molto limitato e non dovrebbe aver causato danni ai clienti. "Gli ingredienti – è riportato nel comunicato – sono stati importati prima che il governo ordinasse le ispezioni in seguito all’emergenza dilagata in Cina”.
Cina che, intanto, ha visto allargarsi lo scandalo melamina persino ai cani procioni, famosi per le loro pellicce. Nel nordest del Paese, infatti, sono stati registrati 1.500 decessi della particolare razza canina, causati da ingerimento di cibi contenenti dosi di latte in polvere. E’ stato Zhang Wenkui, veterinario della Shenyang Agriculture University, a riscontrare la presenza di calcoli renali, per il 25% composti da melamina, negli esemplari di cani procione morti.
Nei giorni scorsi è toccato all’Italia affrontare il problema dei cibi contaminati. La scorsa settimana il Corpo Forestale dello Stato aveva sequestrato a Napoli addirittura 10 quintali di latte alla melamina provenienti dalla Cina, mentre diversi campioni di confezioni di latte e yogurt sono stati trovati positivi in diversi punti vendita di prodotti etnici in Puglia e in Campania (si tratta del primo caso di positività alla melamina accertato nel nostro Paese). Il livello della sostanza tossica riscontrato nei campioni analizzati è compreso tra 3 a 22 milligrammi al chilogrammo, di molto superiore al limite previsto di 2.5 milligrammi al chilogrammo. Ieri si è messa in moto anche la Guardia di Finanza, che ha scoperto a Catania un supermarket, gestito da due cinesi, con circa 900 chilogrammi di alimenti cinesi tossici e 5,5 tonnellate di mozzarelle, prodotte da una coppia di catanesi, realizzate con burro e altri preparati del latte scaduti.
Sulla questione si è espresso, con toni forti, anche Peter Ben Embarek, esperto in sicurezza alimentare dell’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms), secondo il quale le autorità nazionali dovrebbero attivarsi per ampliare controlli e test.
Secondo Embarek, gli adulti potrebbero essere meno a rischio di intossicarsi con la melammina rispetto ai bambini, la cui unica fonte di nutrimento contiene il composto in questione. "Non ci troviamo in presenza di un pericolo acuto per la salute pubblica se si mangia un biscotto contaminato", ha comunque precisato l’esponente dell’Oms.
Intanto, però, dozzine di Paesi hanno già bandito le importazioni di prodotti caseari cinesi, ritirato diverse tipologie di cibo e persino rimedi medicinali a base di erbe. Perché un antico proverbio dice: “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!”.