Lo “schiaffo” di Bari non deve far dimenticare i veri bisogni della città
29 Marzo 2012
Il ceffone che il consigliere comunale barese Pasquale Finocchio ha tirato al presidente della IX Circoscrizione Mario Ferorelli, inutile dirlo, rappresenta uno di quei punti bassi che la politica non dovrebbe mai toccare. Ferma restando, infatti, la possibilità che anche all’interno di uno stesso partito esistano posizioni diverse sul medesimo argomento, l’unico metodo possibile per animare un confronto e giungere ad una sintesi resta il dialogo. Ma il dato più allarmante per il PdL è il fatto che quello schiaffo e la rissa verbale che gli ha fatto da contorno siano state per il partito e per Bari vere e proprie botte da orbi: bisogna infatti essere ciechi per non rendersi conto che la città merita un progetto politico fresco e ad essa adeguato e che è il centrodestra ad avere terreno fertile in questo senso, alla luce delle vicende che stanno vedendo protagonista Michele Emiliano e del malcontento che queste stanno generando negli elettori.
Certo, anche per proporsi nel modo migliore a chi dovrà scegliere se premiarlo o meno con il proprio consenso, il PdL non può fare a meno di un confronto serrato; dovrà anzi continuare a discutere di tutte le situazioni su cui non esiste una visione condivisa, a partire proprio da quella che ha scatenato l’ira di Finocchio, ovvero la marcata indipendenza dei gruppi consiliari delle circoscrizioni (nel merito soprattutto di quella presieduta da Ferorelli) rispetto al gruppo consiliare del Comune.
La questione è bivalente: se da un lato c’è il pericolo che troppa autonomia da parte di Ferorelli ed i suoi omologhi nelle altre realtà venga letta dai cittadini come una forma di ribellione alle logiche del partito ed in parte alle sue gerarchie, dall’altro non va sottovalutato il fatto che effettivamente le circoscrizioni sono da sempre gli organi più vicini ai cittadini e per questo i più indicati a comprenderne le esigenze e tastarne gli umori. Un partito che si prepara ad aprire una nuova ed inedita fase caratterizzata da una dialettica piena tra politici ed elettori, non potrà prescindere confrontarsi su questo e su tutti gli altri propositi che ne hanno contraddistinto quella congressuale.
Si dovrà affrontare il tema delle primarie, stabilendone regole, valenza e metodo di partecipazione: sarà interessante capire non soltanto chi avrà facoltà di candidarsi, ma soprattutto chi sarà chiamato a votare, se tutti i cittadini o soltanto gli iscritti al partito. Bisognerà dare spazio ai giovani di esprimersi sia all’interno del PdL che in città, far proprie le battaglie che l’amministrazione di centrosinistra non è stata brava a combattere concretamente nonostante i vari proclami, ad esempio la questione del lavoro e quella del traffico e provare a ridare dignità a Bari, una città ferita e punta nell’orgoglio a causa dei vizi ed i peccati di pochi. Per farlo non ci sarà bisogno di alzare le mani e nemmeno di alzare la voce, l’obiettivo è dare alla gente la centralità che le spetta e trovare una sintesi in nome degli interessi della comunità: lavorare senza perdere di vista tutto questo è ciò che realmente serve al partito ed alla città.