Lo scioglimento della giunta Iervolino poteva essere l’inizio di una nuova fase per Napoli

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Lo scioglimento della giunta Iervolino poteva essere l’inizio di una nuova fase per Napoli

03 Marzo 2011

Il Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha rilasciato recentemente un’intervista al Corriere del Mezzogiorno nella quale, alla domanda di Paolo Cuozzo che gli chiedeva se stesse contando i giorni che mancano alla fine del suo mandato ha risposto, o meglio confessato, "a dire la verità, sì".

Molteplici sono gli spunti di riflessione che possono partire da questa risposta. Napoli oggi si presenta come una delle piazze d’Italia più difficili da gestire e non ci riferiamo solo alla questione rifiuti, che ha rappresentato l’iceberg di una complessa vicenda affrontata con senso di responsabilità dal Governo Berlusconi. La città partenopea soffre di molti mali da molto tempo: il lavoro, la sicurezza, la sanità, il traffico. Problemi che sono stati sempre sminuiti e snobbati dall’amministrazione comunale, non solo durante i due mandati della Iervolino, ma anche dai precedenti dell’allora Sindaco Antonio Bassolino. Ebbene sì, perché a fare bene i conti Napoli è governata dal 1993 dalla sinistra e quello che oggi si vede è il risultato di questo modo di intendere la politica: cantieri “eterni”, viabilità disastrosa, spreco di denaro pubblico, bilancio comunale non trasparente.

Proprio quest’ultimo aspetto ha contribuito in modo determinante a decretare lo scioglimento anticipato dell’assemblea municipale di Napoli e il conseguente commissariamento del Comune. La giornata di ieri è stata, infatti, ricca di colpi di scena e momenti intensi. Infatti, in mattinata il centrodestra aveva presentato, in apertura di consiglio, una mozione di sfiducia, che come vuole il regolamento sarebbe stata calendarizzata non prima di 10 giorni e non dopo 30; nel pomeriggio, però, nelle sale del di Palazzo San Giacomo si rincorrono le voci che 31 consiglieri su 60 hanno firmato per le proprie dimissioni decretando, così, la fine “anticipata” del mandato del Sindaco e ottenendo lo scioglimento del consiglio comunale. Tutto passa ora nelle mani del prefetto di Napoli Andrea De Martino, che dovrà nominare un commissario che guiderà Napoli sino alle elezioni del prossimo maggio.

Due sono stati essenzialmente i voti decisivi, quello di Carmine Simeone del Gruppo riformisti democratici per il Sud e quello del consigliere di Futuro e Libertà Roberto De Masi, il cui coordinatore regionale Enzo Rivellini aveva già anticipato in giornata che non avrebbe fatto mancare il "il contributo decisivo e determinante per lo scioglimento del Consiglio comunale". Nello specifico, i consiglieri dimissionari sono i 17 del Pdl, i 2 di Forza Italia, i 3 Udc, 1 di Popolari per il Sud-Udeur, 1 di Gruppo misto, 1 di Nuovo PSI, 1 di Gruppo iniziativa popolare, 3 di Apn, 1 per il Gruppo riformisti democratici per il Sud e 1 di Fli. Tutti i dimissionari hanno sottolineato che il loro gesto tende a salvaguardare ed assicurare, attraverso la nomina di un commissario che sostituisca il sindaco Iervolino fino alle nuove elezioni, una corretta informazione sullo stato di bilancio comunale ed evitare il rischio di “assunzioni elettorali”.

Tra le prime dichiarazioni della Iervolino, quella che rappresenta più uno sfogo: "Non mi abbatto ho dato tutto alla mia città", anche se la maggior parte dei napoletani si chiede in cosa consista e dove sia questo tutto, visto che continua a confrontarsi con problemi irrisolti da decenni. Sulla difensiva, con toni duri, anche il commissario provinciale del Pd Andrea Orlando, secondo il quale lo scioglimento anticipato a seguito delle dimissioni in massa dei consiglieri di opposizione sarebbe stato "un’iniziativa incomprensibile che sacrifica in nome della propaganda le esigenze della città". Peccato che quelle esigenze, finora, siano state pressoché ignorate proprio da chi era chiamato ad occuparsene.

Allora è proprio ingovernabile ed inguaribile Napoli? Certamente no, necessita solo di una classe governativa che ne sia all’altezza e che abbia la sincera volontà morale, e non elettorale, di risolvere le annose questioni. I candidati che si presenteranno alle prossime elezioni dovranno anzitutto portare entusiasmo, capacità ed amore per una città che non merita di essere abbandonata a se stessa. Non sono credibili coloro che si presentano come nuovi attori ed invece sono i delfini di una classe governativa che ha ridotto in questo stato Napoli.

La metropoli partenopea rappresenta una grande sfida, un grande impegno ed una grande scommessa. Il centrodestra si sta preparando per affrontare nel migliore dei modi queste elezioni, certo di tre dati: in primis che parte favorito, come si evince dagli ultimi sondaggi; in secundis che il suo migliore alleato resta sempre questa sinistra, che dopo quasi due decenni di malgoverno non è in grado neppure di scegliere un candidato; infine che sarebbe sufficiente portare a compimento anche un solo progetto, una sola idea, una sola iniziativa per dire di aver fatto meglio e di più che negli ultimi diciotto anni di amministrazione del centrosinistra.