Lo scomodo Bush dà il suo appoggio a McCain ma solo via satellite

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Lo scomodo Bush dà il suo appoggio a McCain ma solo via satellite

03 Settembre 2008

Presente ma non troppo. L’impopolare Bush compare alla Convention del partito repubblicano di St. Paul-Minneapolis. Ma lo fa solo via satellite. E McCain ringrazia. Bush ha lodato l’esperienza e il carattere del candidato del GOP: “Un uomo capace di comprendere le lezioni dell’11 settembre e che dice sempre ciò che pensa”. “McCain – ha affermato in collegamento dalla Casa Bianca – è pronto a guidare la nazione”. Bush si è soffermato sulla posizione del senatore dell’Arizona sull’Iraq. “Alcuni – ha ricordato – hanno detto a McCain che la sua richiesta di maggiori truppe avrebbe messo in pericolo la sua campagna presidenziale. McCain ha risposto che avrebbe preferito perdere un’elezione piuttosto che vedere il suo Paese perdere una guerra. Questo è il tipo di coraggio e visione di cui abbiamo bisogno nel prossimo Commander-in-Chief”. Nel suo breve discorso, il presidente ha elogiato l’indipendenza di giudizio di McCain. Una risposta indiretta ai Democratici che dipingono McCain come un clone di Bush (“McSame”). D’altronde, all’inizio della settimana, intervistato da “Fox News”, McCain aveva nuovamente e nettamente preso le distanze dall’attuale amministrazione sull’uso della tortura nei confronti dei terroristi. 

Gli applausi più fragorosi della seconda giornata di Convention li ha raccolti l’ex candidato democratico alla vicepresidenza Joe Lieberman, grande amico di John McCain. “Sono qui – ha spiegato – perché il Paese conta più del partito”. Il senatore indipendente ha raccontato dei suoi tanti viaggi all’estero con McCain: “Un uomo di cui i nostri amici si fidano e che i nostri nemici temono”. Secondo il senatore del Connecticut, “McCain ha mostrato il coraggio e la capacità di superare gli interessi politici per realizzare cose importanti per la nazione”. “Dio ha fatto un solo John McCain”, ha detto Lieberman tra i boatos dei repubblicani. Ed ha fatto appello a democratici e indipendenti, affinché il 4 novembre si uniscano nel votare “un vero patriota, che metterà sempre il Paese davanti al proprio tornaconto personale”. 

Intanto, superato l’uragano “Gustav”, McCain sta affrontando in queste ore l’uragano “Bristol”, nome della figlia 17enne di Sarah Palin. La teenager, che è stato svelato essere incinta, è finita nel tritacarne del circuito politico-mediatico americano, particolarmente spietato durante le presidenziali. Alcuni hanno colto l’occasione per criticare la capacità di giudizio del senatore dell’Arizona nella scelta del suo vicepresidente. Il background della Palin, affermano gli avversari democratici, sarebbe pressoché sconosciuto a John McCain. Particolarmente abrasivo sull’argomento è stato il liberal “New York Times”. McCain, impegnato in una visita ai pompieri di Philadelphia, ha respinto le critiche al mittente. “Il procedimento di scelta del mio vice – ha dichiarato – è stato assolutamente appropriato e sono molto soddisfatto dei risultati”. In effetti, la scelta della giovane governatrice dell’Alaska ha ravvivato gli animi della base repubblicana, che trova la Palin congeniale alle proprie idee su aborto, porto d’armi e unioni gay. In più, la governatrice dell’Alaska potrebbe intercettare i voti delle “hillaryane” dure e pure, che non sono disposte a votare la coppia democratica, tutta al maschile, Obama-Biden. 

“Gli elettori repubblicani – ha affermato l’ex candidato alla presidenza Mitt Romney – non potrebbero essere più eccitati per la candidatura di Sarah Palin”. Dal canto suo, la First Lady uscente Laura Bush ha dichiarato di essere entusiasta all’idea di poter votare una donna come la Palin il prossimo 4 novembre. Per l’attore ed ex senatore del GOP, Fred Thompson, il “New York Times” starebbe facendo del suo meglio “per buttare giù la Palin”. Ed ha accusato i blog filodemocratici di essere “presi dal panico” di fronte alla discesa in campo di Sarah Palin. Fanno quadrato attorno all’affascinante vice di McCain le associazioni “pro Life”, che fanno notare la differenza di atteggiamento sul tema della vita tra Obama e Palin. Quest’ultima ha assicurato il suo sostegno alla figlia Bristol definendo una gioia la sua gravidanza. Il senatore dell’Illinois, qualche mese fa, ebbe a dichiarare: “Non vorrei che mi figlia, per un errore, fosse punita con un bambino”.