Lo “sfogo” del Cav. sui giudici scalda il clima tedesco e arroventa quello italiano

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Lo “sfogo” del Cav. sui giudici scalda il clima tedesco e arroventa quello italiano

10 Dicembre 2009

Chiede un minuto per parlare del suo Paese. E il congresso del Ppe a Bonn diventa la tribuna dalla quale Silvio Berlusconi sferra il suo j’accuse alla magistratura, contro quel “partito dei giudici che vuole sovvertire la sovranità popolare”, contro la Corte Costituzionale che, dice, è diventata “un organismo politico”. Parole che scatenano reazioni durissime: dal capo dello Stato Giorgio Napolitano preoccupato “per l’attacco violento alle istituzioni” al presidente della Camera Gianfranco Fini che si smarca dal Cav. invitandolo a chiarire perché “io non condivido le parole sulla Consulta”. Controreplica del premier che alla terza carica dello Stato dice che non c’è niente da chiarire “sono stanco delle ipocrisie, tutto qua…”.

E’ durante il suo intervento davanti alla platea congressuale che Berlusconi chiede un minuto per parlare del suo Paese. E coglie al volo l’occasione per tornare sui temi che gli stanno più a cuore: dalla giustizia alla stagione delle riforme per modernizzare l’Italia. Ma è proprio sulle toghe che quel minuto per parlare dell’Italia diventa la parte centrale del suo ragionamento.

“La sovranità oggi in Italia, e non credo di dire una cosa eccessiva, è passata dal parlamento al partito dei giudici. La Corte Costituzionale non è più un organo di garanzia, ma in Italia è diventato un organo politico. Il partito dei giudici di sinistra – osserva il premier – si è rivolto alla Consulta che è composta da 11 membri su 15 da componenti di sinistra e abroga le leggi fatte. In sostanza, la sovranità è passata dal parlamento al partito dei giudici”. E dopo il no della Consulta al Lodo Alfano, continua, “è ricominciata la caccia all’uomo da parte dei pm”.  Quindi annuncia l’intenzione di mettere mano alla Costituzione. “In Italia succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo”, il Parlamento “fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale” e la Corte “abroga la legge”. La maggioranza, spiega il presidente del Consiglio “sta lavorando per cambiare situazione anche attraverso una riforma della Costituzione". Poi torna a toccare il tasto dell’accanimento giudiziario contro di lui: “Nonostante le centinaia di procedimenti e delle migliaia di udienze che mi garantiscono un record universale della storia sono stato sempre assolto perché per fortuna è solo una parte dei giudici che sta con la sinistra, mentre i giudici soprattutto del secondo e terzo livello sono giudici veri come negli altri Paesi”.

Gianfranco Fini rispedisce al mittente l’affondo contro i pm segnalando di non condividere affatto le frasi del premier su Consulta e magistratura. Al punto che lo invita a “precisare meglio” il suo pensiero per “non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”. Posizione che il presidente della Camera affida a una nota nella quale rileva che sì, “è certamente vero che la sovranità appartiene al popolo”, ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che il popolo “la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, come previsto dall’articolo 1. “E’ altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale”.

Per questo, sottolinea Fini, le parole di Berlusconi secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”.

Anche dal Colle non tarda la replica al premier. Napolitano esprime “profondo rammarico e preoccupazione” anche perché – ed è il richiamo più volte manifestato – “per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’Italia ha bisogno di quello spirito di leale collaborazione e di quell’impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato”. Posizione molto critica anche da parte dell’Anm: “Per fortuna di tutti l’ordinamento italiano e la Costituzione vigente prevedono organi di garanzia e il controllo dell’operato di qualsiasi potere e ordine, magistratura compresa”, osservano Palamara e Cascini per i quali “la magistratura italiana non accetta classificazioni e inquadramenti forzati, che di volta in volta la colorerebbero di rosso o di nero, a seconda dei destinatari delle indagini; e di colore opposto quando assolve”.

Nel discorso di Berlusconi non manca un riferimento sullo stato di salute della maggioranza di governo “coesa, forte e con un premier super. C’è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi delle calunnie su tutti i fronti”. E poi aggiunge: “Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: dove si trova uno forte e duro con le palle come Silvio Berlusconi”.

Prima della “digressione” sull’Italia, il premier aveva parlato del ruolo del Ppe (di cui il Pdl fa parte) rimarcando come questo partito possa “dare un impulso veramente importante all’Europa”. Alla considerazione aggiunge l’esortazione a “essere protagonisti anche nella politica estera dove abbiamo parlato con troppe voci diverse. È necessario inserirsi nel dialogo a due tra Cina e Stati Uniti”. Insomma, l’Europa deve parlare con una voce sola, anche a Strasburgo. Non a caso il premier sollecita “una politica comune anche per l’energia” perché “dobbiamo preoccuparci di diversificare le fonti” e boccia quella che definisce una “schiera di speculatori” nelle cui mani sono i prezzi del petrolio, ma anche quelli dell’acciaio, del rame del grano, del riso e della soia. E ricordando le decisioni prese al G8 dell’Aquila, ribadisce la necessità è di frenare la  speculazione finanziaria. ”Serve una lotta dura alla speculazione internazionale che ha provocato tante vittime. Le speculazioni, aggiunge Berlusconi, hanno portato il petrolio “da 30 a 150 dollari al barile in un contesto di diminuzione prezzo”. E  questo  dimostra come si sia ”in balia di una schiera di speculatori”; una situazione che “si calcola abbia portato alla fame altri 100 milioni di persone nel Mondo”.

Sul capitolo immigrazione il presidente del Consiglio osserva come non debbano più essere solo i paesi del Mediterraneo a farsi carico del problema”. Stesso ragionamento a proposito della politica si difesa. “Abbiamo una spesa che da anni può essere ridotta. Occorrono delle forze armate europee che possono inserirsi nella Nato ed essere portatori di pace. Oggi andiamo troppo divisi” anche “rispetto alle richieste di Obama”.

Ma in Italia l’eco del j’accuse sui giudici e la sinistra ha già rialzato il livello di scontro tra i due schieramenti e nella stessa maggioranza.