Lo Shuttle Atlantis è in orbita mentre Obama pensa a rifondare la Nasa

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Lo Shuttle Atlantis è in orbita mentre Obama pensa a rifondare la Nasa

12 Maggio 2009

Ieri sera alle 20,01 ora italiana lo Shuttle Atlantis è decollato da Cape Canaveral per raggiungere il telescopio spaziale Hubble. E’ una delle ultime missioni della flottiglia Shuttle –  l’Atlantis, l’Endeavour, il Discovery – destinati ad andare in pensione nel 2010; ma anche un commiato da Hubble, che verrà sostituito dal James Webb Space Telescope nel 2014, dopo un’onesta e generosa carriera (è in orbita dal 1990).

Non sarà una missione facile. Attorno alla Stazione Spaziale Internazionale c’è un vero e proprio cimitero di detriti che potrebbero colpire l’Atlantis, danneggiandolo. E se non sono i detriti potrebbe essere qualche microasteroide. Per un’eventuale salvataggio è già pronta la navetta Endeavour.  

Negli ultimi cinquant’anni la Nasa ha avuto degli indiscutibili meriti scientifici e tecnologici. E’ stata anche il volano dell’ultima frontiera americana, la conquista dello spazio. Dalla discesa del primo uomo sulla Luna alla tragedia del Challenger, tutto il mondo ha guardato con un misto di timore, ammirazione e reverenza, i razzi che si accendevano tra fumo e fiamme a Cape Canaveral. Tutto questo ha contribuito alla percezione della “potenza” americana, come avvenne durante la Guerra Fredda, quando i viaggi spaziali divennero una delle sfide (vinte) con i sovietici.

Nel 2004 il presidente Bush aveva dato il via a un nuovo, ambizioso piano di conquista dello spazio, il Vision for Space Exploration. La missione “Constellation” prevede il ritorno dell’uomo sulla Luna e, da lì, il lungo salto verso il Pianeta Marte. Servono una nuova navicella (la Orion) e razzi spaziali più potenti (gli Ares) per spingerla nello spazio profondo.

Obama però ha dei piani diversi da Bush. Non che abbia intenzione di tagliare i fondi alla Nasa, visto che sono già stati stanziati 18,7 miliardi di dollari entro il 2010, per completare (e se possibile, dicono i dissidenti della Nasa, rinnovare) il programma degli Shuttle; ma il nuovo presidente ha già deciso che va rivisto l’impianto del programma spaziale del suo predecessore.

L’operazione “Constellation” costa troppo, 230 miliardi nei prossimi 20 anni; servono almeno 10 anni per tornare sulla Luna e altrettanti per arrivare fino a Marte. Per alcuni osservatori, il vero scopo di Obama è favorire il dipartimento “Scienza” dell’agenzia spaziale – che si occupa di questioni ambientali e della salvaguardia della Terra – piuttosto che lanciarsi in lunghi, delicati e pericolosi progetti di conquista dello spazio. Meglio investire nella ricerca sui cambiamenti climatici e sulle fonti di energia alternativa che immaginare una bandierina americana piantata sul suolo marziano.

Se così fosse l’America perderebbe la sua ultima frontiera e con essa una supremazia, tecnologica, scientifica, ma anche nell’immaginario, che dura da oltre mezzo secolo. In più, congedati gli Shuttle, resterà una sola potenza in grado di raggiungere la stazione spaziale internazionale. Indovinate quale.