Lo specchio di Scalfari

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Lo specchio di Scalfari

28 Aprile 2008

Le sconfitte della sinistra
cominciano male e finiscono peggio, accompagnate dalle analisi omissive dei
suoi cosiddetti maestri del pensiero. Se si vuole comprendere appieno perché la
sinistra è votata alla sconfitta, non bisogna mai perdere “Repubblica”,
soprattutto la domenica mattina, giorno in cui il suo noto fondatore discende
dal cielo e spezza il pane della sapienza.

Domenica scorsa, preso dallo
sconforto, ci ha comunicato che lo specchio d’Italia è sempre più rotto: “La
nazione italiana è più sconnessa che mai, vive soltanto nella mente d’una
minoranza e la speranza di recuperarne l’unità è diventata un pallido e lontano
miraggio”.

La nazione italiana, ovviamente,
si è sconnessa dal 14 aprile quando i suoi elettori, brutta razza, hanno
premiato ancora una volta il “caimano”, per giunta prigioniero del
secessionista Bossi. La minoranza (Repubblica e altri grandi quotidiani,
qualche Banca e un esercito di illuminati) ha perso ogni speranza. Perché gli
italiani li hanno premiati ancora una volta? Non è dato sapere. 

Continua Scalfari: ”Le rauche
invettive di Beppe Grillo completano il quadro d’una società che sembra avere
smarrito ogni bussola, ogni orientamento, ogni immagine di sé, ogni memoria del
suo passato ed ogni progettualità del suo futuro. Si va avanti alla giornata
senza timone e senza stelle”.

Ma Grillo perché è nato? E’
costola di chi? Le sue rauche invettive perché sono indirizzate soprattutto
verso coloro che rappresentano la tanto cara minoranza scalfariana? Non è dato
sapere.

Questo Paese è come la “nave
sanza nocchiero in gran tempesta”, ma sempre dal 14 aprile. E prima? Non è dato
sapere.

Ce n’è anche per Veronica Lario.
Scrive Scalfari: “Che la politica fosse solo imbroglio poteva tranquillamente
impararlo in famiglia, gli esempi domestici erano ampiamente sufficienti”.
Quali? Non è dato sapere.

Ce n’è anche per Emma
Marcegaglia: “Il suo dirimpettaio Bonanni, segretario della Cisl, la pensa allo
stesso modo. Quelli della Fiom anche. Epifani sembra di no, lui un’idea di
Paese ce l’ha come tutti i suoi predecessori da Di Vittorio a Trentin a Lama e
a Cofferati. Ma anche la Cgil sta diventando una minoranza, la sua gente nel
Nord le preferisce Maroni e Calderoli”.

Perché la Cgil sta diventando una
minoranza? Perché la sua gente nel Nord le preferisce Maroni e Calderoli? E se
l’idea di Paese di Epifani e dei suoi predecessori fosse sbagliata? Non è dato
sapere.

Fidatevi, lo specchio si è rotto.
Ma non quello di casa Italia. Si è rotto lo specchio di casa Scalfari, che da
decenni riflette la boria, l’altezzosità, la presunzione e, inesorabilmente, la
sconfitta.

Un quadro sconnesso, frammentato
perché privo di analisi e di onestà
intellettuale. Lo capirà mai il tribuno di piazza Indipendenza? Non è dato
sapere. 

(D. D’A.)