
Lo spettro di una dittatura nel cuore dell’Europa

26 Marzo 2020
“Nella darkest hour, l’ora più buia, i leader politici prendono per mano un Paese per guidarlo e accompagnarlo attraverso il tunnel della crisi. In questa del coronavirus, la più grave dalla II Guerra Mondiale, lo fanno ognuno a suo modo non senza limiti e contraddizioni”. E’ il suggestivo incipit di una delle analisi più efficaci lette in queste ore sul modo in cui lo Stato democratico reagisce all’emergenza.
“Il disegno di legge presentato in Parlamento – si legge ancora – non serve solo a dare al governo i poteri necessari a una gestione centralizzata dell’epidemia di Covid-19. Molto di più, è una delega in bianco al premier a governare a tempo indeterminato senza il controllo del Parlamento e i contrappesi costituzionali”.
Le nuove norme non hanno ancora compiuto tutti i passaggi necessari per cristallizzarle nell’ordinamento ma, osserva l’analista, difficilmente il premier “si farà sfuggire l’occasione di usare la paura di fronte alla pandemia per mettere definitivamente in quarantena anche la già vacillante democrazia, concentrando tutto il potere nelle sue mani”. Una volta in vigore la nuova legislazione, infatti, il presidente “potrebbe governare per decreto senza approvazione parlamentare fin quando lo riterrà necessario per sconfiggere l’epidemia. Fra gli strumenti ammessi, l’uso dei militari per dirigere e far funzionare le imprese strategiche e i servizi essenziali”.
E’ possibile che accada una cosa del genere in un Paese inserito in un contesto di istituzioni sovranazionali? La risposta è amara: “Impegnata nella drammatica battaglia contro il Covid-19, l’Europa non ha tempo e forse neppure voglia di mandare un nuovo, forte avvertimento. L’esito può essere spaventoso: l’Ue rischia di ritrovarsi fra i suoi membri una dittatura. La democrazia si spegne nel silenzio”.
Non avremmo saputo dirlo meglio. Molto efficace questo affresco del “Corriere della Sera” sull’operato del governo. Peccato che parli del governo Orbàn. Ma avremmo dovuto capirlo: per accentrare i poteri relativi alla gestione dell’emergenza al premier ungherese serve un disegno di legge con conseguente iter di approvazione parlamentare a maggioranze rafforzate. A Conte basta un dpcm.