Lo Stato potrebbe risarcire la famiglia di Meredith
06 Dicembre 2007
di redazione
Lo stato italiano potrebbe essere chiamato a risarcire i genitori di Meredith Kercher, la studentessa inglese assassinata a Perugia.
Lo stesso, invece, non accadrà per i familiari di Giovanna Reggiani, la donna che il 30 ottobre scorso venne violentata, rapinata e assassinata a Roma, a Tor di Quinto, dal rumeno Nicolae Romulus Mailat.
Alla base dei due trattamenti diversi (e non sono gli unici casi in Italia) il decreto legislativo n. 204 del 9 novembre 2007 che attua la direttiva 2004/80/CE relativa all’indennizzo delle vittime di crimini violenti. La denuncia viene dalla societa’ Gestione Sinistri, specializzata nella tutela del danneggiato.
“Il Consiglio Europeo – spiega all’Agi Bruno Marusso, socio amministratore della società – ha emanato questa direttiva per risarcire le vittime di reato nell’Unione Europea attraverso il diritto ad un risarcimento oppure, a discrezione dei singoli Stati, un indennizzo comunque equo e adeguato indipendentemente dal luogo nel quale il reato è stato commesso.
Nella realtà – denuncia Marusso – tale decreto ha solamente previsto gli indennizzi, e solo in linea di principio, per i cittadini italiani, se subiscono un danno da crimine violento commesso all’estero (Paesi appartenenti alla UE) e per i cittadini europei per crimini subiti in Italia”.
“Per i cittadini italiani vittime di crimini in Italia – spiega ancora Marusso – non e’ stato previsto nulla, nonostante la direttiva lo prevedesse espressamente”.
Ma fatta la legge, come spesso avviene nel nostro Paese, mancano poi i soldi: “Non è nemmeno vero – incalza Marusso – che il decreto abbia predisposto delle somme per indennizzare i soggetti destinatari della tutela di origine comunitaria. La somma stanziata, complessivamente pari a soli 56.000 euro, serve unicamente a coprire le spese di istruttoria e quelle amministrative per la gestione di punti di informazione nelle varie sedi di Corte d’Appello, e non servira’ dunque a indennizzare le vittime di reato”