“Lobby pagano Parlamentari”. Grasso: “gravissimo” ma serve una Legge
20 Maggio 2013
Le Iene intervistano una "gola profonda" del parlamento, sedicente assistente parlamentare, che racconta come ogni mese i lobbisti delle multinazionali fanno il giro del Palazzo versando soldi ai parlamentari, in cambio di emendamenti graditi. Reazione sdegnata del Presidente del Senato, Grasso, che definisce il fatto "gravissimo". Ma il lobbista di per sé non è un nemico del popolo.
"Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi", ha detto Grasso, annunciando di voler approfondire le indagini. "Per quanto mi riguarda ho dimostrato di considerare la lotta alla corruzione un’assoluta emergenza depositando, il mio primo giorno da senatore, un ddl con Disposizioni in materia di corruzione, voto scambio, falso in bilancio e riciclaggio , che martedì sarà preso in esame dalla Commissione Giustizia del Senato".
Secondo la fonte anonima delle Iene ci sarebbero almeno due multinazionali, una di Big Tobacco e l’altra del settore videogiochi e slot machine, che pagano da 2.000 a 5.000 euro onorevoli e senatori per avere un trattamento di favore. "Per le sale Bingo," aggiunge la fonte, "si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centrosinistra che da uomini del centrodestra. I due gruppi fanno capo ad ex ministri del centrosinistra".
Ieri sera invece è andata in onda l’ultima puntata di Report condotta da Milena Gabanelli. Il tema: le erogazioni che aziende e multinazionali fanno a partiti politici, associazioni e fondazioni politiche, per "spingere" rispetto ai propri interessi. Insomma, tornano a far parlare i "lobbisti", queste figure che in Italia per riflesso condizionato vengono associate immancabilmente a dei furfanti astutissimi nascosti nell’ombra del potere, sorta di agenti di influenza da cui è impossibile difendersi.
Ora, c’è sicuramente una bella differenza tra la storia di corruzione testimoniata dalla fonte delle Iene, tutta da provare, e l’inchiesta di Report, che solleva il velo su un sistema che non è di per sé fuorilegge, si veda le risposte nette e senza fronzoli che ha dato sull’argomento il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, parlando della fondazione Bing Bang con il giornalista di Report.
Il lobbista può essere ridotto davvero a questa figurina quando invece in altri Paesi come gli Stati Uniti sappiamo che c’è addirittura un organismo che rappresenta, con la massima trasparenza possibile, i gruppi d’interesse? Il problema è che in Italia mancano leggi e regolamenti che tutelino sia i portatori di interesse che cercano di influenzare i processi decisionali, sia la classe politica che deve prendere delle decisioni e può quindi avvantaggiarsi conoscendo meglio la realtà economica di un settore.
Lo ripetiamo, questo non significa legittimare le bustarelle denunciate dalla gola profonda delle Iene. Se c’è qualcuno che paga, a nero, la politica, va denunciato. Ma rappresentare interessi è legittimo oppure è un reato? Non lo è. E i politici che dialogano con le lobby sono per forza schiavi di queste ultime? Non sarà semplicemente una questione di trasparenza? E’ questo che dovrebbe sancire una legge sulle lobby: impedire che sia alterata la concorrenza, che siano "deviati" i processi decisionali, che i cittadini siano sempre informati su quanti soldi arrivano alla politica e da dove arrivano.
Insomma, spiegateci chi sono questi nemici del popolo, cerchiamo di saperne di più sulle lobby, creaimo un catalogo, analizziamo quali sono le loro richieste ed esigenze e come vanno a impattare sui processi legislativi: fare lobby non è il male in sé, è la mancanza di regole che rischia di avvantaggiare i soggetti economici più forti o le "manine" di cui parlano le Iene, in un regime dove alla fine vince sempre il più forte. Un sistema opaco come tante altre cose dell’Italia da riformare.