
Lockdown totale? Forse abbiamo sbagliato. Confessione di un giallorosso di provincia

06 Giugno 2020
Lo ha detto come nulla fosse durante una lunga diretta social organizzata dai Giovani democratici dell’Emilia-Romagna. L’ex commissario all’emergenza coronavirus in Emilia Romagna, il braccio destro di Stefano Bonaccini, Sergio Venturi, ha ammesso candidamente ieri l’altro che egli “se dovesse rifare un lockdown domani, non lo rifarebbe come è stato fatto” e che “non si può chiudere un intero paese quando non ce n’è alcun bisogno”.
Venturi non è un politico qualsiasi. Questo medico 67enne, ex assessore regionale alla sanità fedelissimo del centrosinistra, è stato nei mesi drammatici della pandemia il volto dell’istituzione-Regione per milioni di cittadini emiliano-romagnoli. Commissario ad acta con un compenso da 9.200 euro al mese. Per settimane, con cadenza fissa giornaliera, ha snocciolato dati e ha ripetuto come un mantra l’appello a non uscire di casa. Inviti, preghiere, in alcuni casi anche velate minacce a non varcare l’uscio della propria dimora (“basta cazzeggio, o state in casa o vi fermiamo noi” – ebbe modo di dire) pena la diffusione incontrollata del contagio. Venturi ha usato ogni arma per rendere effettivo il lockdown e con lui il presidente Bonaccini che – ricordiamo – contro gli amanti delle corsette in solitaria aveva lanciato la sua fatwa: “Se non vogliono stare in casa vengano con me a fare un giro nei reparti di terapia intensiva”.
Ebbene, a poco più di un mese di distanza dalla fine della fase 1 il neo-pensionato Venturi, amato da grandi e piccini e preso a modello di ‘zona rossa responsabile’, scopre che la chiusura totale del Paese è stato un errore e afferma che se si ripresentasse una situazione simile non imporrebbe un lockdown generalizzato. “Ho molto rispetto delle decisioni prese in quelle settimane, da chiunque. Lo ha fatto non immaginando di prendere decisioni sbagliate. Ma sarebbe tragico se non imparassimo da ciò che è accaduto”. Come dire: abbiamo commesso un errore grave, ma pazienza. Così come sul mancato intervento tempestivo nelle cra, dove in Emilia Romagna si è consumata una strage addirittura percentualmente più devastante che in Lombardia: pazienza ormai è fatta… Ma la bocciatura del lockdown ha davvero qualcosa di clamoroso e non basta a spiegarla il desiderio della Regione di mettere le mani avanti rispetto alle imminenti tragiche conseguenze della crisi economica post-covid.
Mai sinora si era assistito a una tale candida ammissione da parte di un amministratore dell’asse Pd-5 Stelle. Mai sinora la politica, da sempre vittima della sindrome di Fonzie, aveva pronunciato il famoso ‘ho (o un più slavato abbiamo) sbagliato’ sulla gestione della pandemia. Il punto è che se davvero, come afferma Venturi, sono state prese decisioni inutili e sbagliate a livello nazionale dal Governo Conte in questi mesi, non basta dire “ci dispiace, la prossima volta faremo meglio”. Le conseguenze psicologiche, economiche, umane del lockdown che l’ex commissario emiliano definisce inutile sono state e saranno drammatiche. Posti di lavoro perduti, socialità compromessa, istruzione penalizzata in modo devastante per cosa? Stando alle parole di Sergio Venturi questo prezzo è stato pagato inutilmente perchè sarebbero bastati interventi “mirati in alcuni focolai particolarmente aggressivi”. Bene. Ora lo sappiamo. Da oggi i nuovi disoccupati, le famiglie terrorizzate al solo abbracciare un cugino, i bambini schiavi dei pc e ancora costretti a non abbracciare i compagni di scuola, nemmeno per il tradizionale ultimo giorno in classe, sanno a chi dare la responsabilità. Con buona pace di droni, multe e autocertificazioni anche per prendere il pane. Ma niente paura. La prossima volta il governo locale e nazionale non sbaglieranno più. Hanno imparato la lezione!