Lodo Mondadori: il Csm promuove il giudice che ha condannato Fininvest
14 Ottobre 2009
di redazione
Raimondo Mesiano è stato promosso. Avanzamento di carriera per la precisione, col sigillo del Consiglio superiore della magistratura. Mesiano è il giudice di Milano che proprio pochi giorni fa ha condannato la Fininvest a risarcire con 750 milioni di euro la Cir di De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori. Il plenum del Csm ha conferito a Mesiano la settima valutazione di professionalità, la più alta nella carriera di un magistrato. La motivazione evidenzia “l’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio”, oltre alla capacità, la diligenza e l’impegno dimostrati. Il provvedimento è retroattivo considerato che decorre dal 13 maggio 2008 e per il magistrato significherà un aumento di stipendio oltre alla possibilità di concorrere a incarichi che finora gli erano stati preclusi.
La notizia finisce al centro delle polemiche politiche. Il Pdl critica la decisione del Csm e il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi osserva non senza ironia che “finalmente abbiamo in Italia un’istituzione che si fonda sul merito”. Poi aggiunge: “La promozione del giudice Mesiano da parte del Csm dimostra che in Italia fanno carriera non solo i ‘figli di’, anche un semplice magistrato può ambire al successo. Il segreto? Basta colpire Berlusconi. E pensare che c’è qualcuno che ha la faccia tosta di dire che la magistratura è indipendente”. Ironico il commento del presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto secondo il quale ”il Csm ha giustamente promosso, per ‘indipendenza, imparzialità e equilibrio’, il giudice milanese Mesiano dopo la sua sentenza sul Lodo Mondadori”.
“La realtà supera l’immaginazione” sferza il coordinatore nazionale del Pdl Sandro Bondi che considera quasi “surreali” le motivazioni specificate dal Csm. Un riconoscimento “forse poco opportuno dopo la sentenza di Mesiano sul Lodo Mondadori e dopo le polemiche che ne sono seguite” sottolinea il parlamentare del Pdl Gaetano Pecorella e legale del Cav. Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone ritiene quella del Csm una decisione che crea “sconcerto nell’opinione pubblica”. “Non conosco il giudice Mesiano, che immagino persona integerrima e dedita al lavoro senza soste, inclusi i weekend. “Immagino senz’altro che la carriera di questo magistrato abbia offerto al Csm tante altre ragioni, nell’arco degli anni, per meritare un riconoscimento così alto. Nè mi permetto –continua – di sollevare obiezioni o insinuazioni sulla tempistica della sua più recente decisione, e ora sulla tempistica della scelta del Csm. Mi domando solo se, al Csm, qualcuno si chieda se decisioni come questa non facciano altro che creare sconcerto nell’opinione pubblica, oltre ad alimentare interrogativi amari sull’imparzialità della giustizia italiana”. Infine il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi non usa giri di parole: “ La laboriosità e l’impegno dimostrati nel colpire il presidente del Consiglio vanno giustamente ricompensati. Una decisione del genere, sintomatica della giustizia in Italia, lascia allibiti se non altro e a voler essere buoni, per la sua puntuale tempestività”.