L’Olanda è solo l’ultima vittima della (fatale) austerità voluta dalla Merkel

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L’Olanda è solo l’ultima vittima della (fatale) austerità voluta dalla Merkel

24 Aprile 2012

La sezione ‘Heard on the Street’ del Wall Street Journal apriva così ieri: “Holland, not Hollande, is Latest Worry”, L’Olanda, non Hollande, è l’ultima preoccupazione. In italiano non funziona altrettanto bene, ma tant’è. Il riferimento è alle turbolenze delle maggiori piazze europee al post-elezioni presidenziali francesi ma soprattutto alle scosse provenienti dai Paesi Bassi. Da ieri infatti l’Olanda non ha più un governo, evento che ha trascinato al ribasso le maggiori borse europee e fatto schizzare lo spread di molti paesi europei ad alto debito e/o deficit di nuovo alle stelle. 

Mark Rutte, leader del partito liberal-conservatore VVD e premier olandese uscente, si è infatti dimesso ieri. Il venir meno dell’appoggio esterno del Pvv, il partito libertario, anti-islam ed euroscettico guidato da Geert Wilders, ha generato nel fine settimana una frattura politica tale da spingere Rutte alla formalizzazione della crisi di governo nella giornata di ieri, quanto lo stesso premier si è recato nella reggia di Huis ten Bosch a L’Aia, per rimettere il proprio mandato nelle mani della Regina Beatrice, il capo di Stato d’Olanda.

Termina così l’esperienza di governo di centro-destra VVD – CDA, con appoggio esterno PVV, iniziata lo scorso 14 Ottobre 2010 in Olanda. Un esito, quello delle dimissioni di Rutte, a cui si è giunti per l’opposizione di Geert Wilders e dei maggiorenti del Pvv all’obbligo del pareggio di bilancio imposto dal ‘fiscal compact’ merkeliano e al tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil sul bilancio dell’Aia per l’anno fiscale 2013, che secondo le previsioni dovrebbe attestarsi al 4,6%.

Un terremoto politico, quello olandese, che ha finito per destabilizzare molte piazze azionarie europee (solo Milano ha perso il 3,8%) e che è tornato ad aumentare l’incertezza dei mercati internazionali sul rischio sovrano europeo. Lo spread tra i titoli di debito olandesi e quelli tedeschi ha toccato – per i parametri dei Paesi Bassi, s’intende – picchi altissimi, raggiungendo gli 82 punti base rispetto al Bund tedesco. Ma soprattutto il precario quadro politico olandese ha fatto schizzare verso l’alto gli spread d’Italia e Spagna: tra Btp e Bund correvano sul finire della giornata di ieri 409 punti base, mentre tra titoli tedeschi e i bonos i punti base hanno raggiunto addirittura quota 437.

Ma i timori degli operatori europei non sono stati alimentati solo dalle cronache politiche olandesi. Infatti anche i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali francesi hanno pesato considerevolmente. Come noto, durante la campagna per le presidenziali, François Hollande – il candidato socialista vincitore al primo turno dello scorso 22 Aprile e favorito per il secondo del 6 Maggio prossimo -, ha in varie occasioni sconfessato la bontà delle scelte del duo Merkel-Sarkozy in materia di misure anti-crisi, dichiarando che qualora eletto all’Eliseo, avrebbe tentato di far tornare il Consiglio Europeo sulle decisioni inter-governative in materia di rigorismo di finanza pubblica. La prospettiva che Hollande si metta di traverso sulla strada di Angela Merkel innervosisce e diffonde incertezza nei mercati.

Per l’Olanda ora si profilano elezioni anticipate che, secondo le analisi apparse sulla stampa olandese di ieri, si terranno verosimilmente il prossimo autunno, tra Settembre e Ottobre (magari qualcuno avesse contemplato questa possibilità anche per l’Italia dopo le dimissioni del presidente Berlusconi). Per il momento i partiti olandesi d’opposizione, in testa i socialdemocratici del PvdA, il partito laburista guidato da Diederik Maarten Samsom, hanno offerto alla VVD e alla CDA, i due partiti che da ieri reggono il governo ad interim della nazione, di approvare comunque le misure di austerità imposte a livello euro-tedesco.

Questo accade mentre l’Olanda soffre anch’essa della recessione economica che affligge l’Europa: la disoccupazione giovanile in un solo due anni è salita dal 9% all’11%. Nel solo mese di Febbraio la propensione al consumo è calata dello 1,3%. Il prezzo delle case è caduto del 4,7% in Marzo rispetto allo stesso periodo del 2011. Visto il contesto economico e forse qualche calcolo elettorale (i recenti sondaggi danno il Pvv in caduta nelle intenzioni di voto), Wilders ha ritenuto che fosse necessario impedire che le misure d’austerità imposte da Berlino pregiudicassero il già fracile quadro macroeconomico olandese, oltre ovviamente al consenso partitico del movimento.

Prendendo un po’ di distanza, è chiaro quel che sta accadendo: dopo i governi di Grecia e Italia – di fatto commissariati in sede europea -, e le elezioni anticipate in Spagna dello scorso Novembre 2011, anche il governo olandese cade sotto i fendenti della crisi del debito sovrano e delle politiche d’austerità imposte dal governo di Berlino di Angela Merkel, via Bruxelles. Un altro buon motivo per augurarsi che le elezioni politiche tedesche del 2013 arrivino presto e che cambi il vento anche a Berlino.