Londra: si cercano fra i rifiuti i dati spariti di 25mln di cittadini

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Londra: si cercano fra i rifiuti i dati spariti di 25mln di cittadini

03 Dicembre 2007

Si cercano anche fra le discariche dei rifiuti di Londra i dati di ben 25 milioni di cittadini britannici, scomparsi lo scorso 18
ottobre.

Scotland Yard sta passando al setaccio, letteralmente, tutti i
rifiuti alla ricerca dei due dischetti per computer persi da Her Majesty’s
Revenue and Customs, titolo che in inglese suona affascinante, ma in italiano
significa l’ufficio delle tasse. In quei CD, stupidamente spediti per posta a
un altro ufficio pubblico da un oscuro impiegato, sono contenuti i dati di 25
milioni di cittadini britannici: nomi, cognomi, data di nascita, residenza,
numeri di conto corrente, codici della sicurezza sociale, stato di famiglia. I
dati sono scomparsi il 18 ottobre, ma ai burocrati è servito oltre un mese per
trovare il coraggio di ammettere l’errore e chiamare la polizia.

Il governo sostiene che non ci sono prove finora per dire che i
dischetti siano finiti “nelle mani sbagliate”, vale a dire a una banda di ladri
di identità. Ma domenica si è saputo che ci sono già un centinaio di siti che
vendono su internet i dati bancari di cittadini britannici, dal numero di conto
corrente al Pin, al codice di sicurezza.

Il Times ha messo al lavoro due esperti di investigazione
online che, senza pagare un solo penny, sono riusciti a scaricare le coordinate
bancarie di 32 persone, compreso un giudice dell’Alta corte. I dati sono stati
offerti gratis da chi si nasconde dietro i siti pirata, come prova che il
materiale in loro possesso è di prima qualità, pronto all’uso: vale a dire a
succhiare i risparmi delle vittime.

L’inchiesta ha rilevato oltre cento siti di hacker specializzati
in banche nel Regno Unito; uno che ha nel suo listino 30 mila numeri di carte
di credito e li vende a una sterlina l’uno e ancora, sul mercato nero della
rete, sono offerti i nuovi passaporti (e-passport), forniti di chip e
identificazione biometrica. Quello che più allarma è il dettaglio delle
informazioni a disposizione: di solito si riescono a intercettare i numeri di
carta di credito, ma questa volta a ogni numero è unito l’indirizzo e-mail del
possessore, il codice di sicurezza, il Pin. “Insomma, tutto, questo è piuttosto
preoccupante, mai visto niente del genere”, dice Neil Munroe, direttore
dell’agenzia Equifax.

Il Times ha avvisato l’Information Commissioner che ha
già cominciato un’indagine con possibili ramificazioni internazionali e anche
la Metropolitan Police di Londra (nome ufficiale di Scotland Yard) si sta
muovendo. Anche se oramai i casi di frode online su carte di credito sono
talmente elevati in Gran Bretagna che da aprile alle vittime viene consigliato
di rivolgersi direttamente alle banche piuttosto che alla polizia.

Secondo gli analisti i due dischetti persi con i dati
dell’assistenza sociale persi dall’ufficio delle tasse potrebbero passare di
mano sul mercato clandestino per 100 milioni di sterline (circa 150 milioni di
euro), ma il loro valore è oltre cento volte superiore: almeno 1,5 miliardi di
euro. Non c’è prova che la scoperta del Times sia legata a quei due dischetti.
Che potrebbero davvero essere finiti nella spazzatura, o potrebbero anche
ricomparire prima o poi sul tavolo di un impiegato di Sua Maestà. È già
successo qualche mese fa che uno scriteriato avesse scaricato dal cervellone i
dati di un bel pò di cittadini, li avesse piazzati su un CD senza criptarli e
poi ne avesse perse le tracce per giorni. Finché qualcuno una bella mattina li
aveva rimessi sulla scrivania disordinata con un post-it attaccato: “Nick’s
disc”. Che in inglese suona ancora bene, ma tradotto in italiano vuol dire “Il
dischetto di Nicola”, nome di battesimo del mezzemaniche sciagurato.