L’opposizione si interroga sul voto di martedì

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

L’opposizione si interroga sul voto di martedì

23 Marzo 2007

Maggioranza
ancora col fiato sospeso a Palazzo Madama. L’Udc, valutata l’ipotesi di agguato
sul decreto Afghanistan, preferisce lasciar perdere. Dirà sì al rifinanziamento
delle missioni internazionali. Poi però presenterà un ordine del giorno per
invitare il governo a cambiare le regole di ingaggio del contingente militare.
Un documento – sostengono i centristi – capace di mettere in difficoltà la
maggioranza, spaccandola.

Tutto
ciò è stato deciso nel corso di una riunione della segreteria politica del
partito di Via dei Due Macelli. Alla fine anche i più scettici, come Mario
Baccini, si sono allineati sulla posizione di Pier Ferdinando Casini. Il vice
presidente del Senato aveva sostenuto la necessità di riunire il gruppo a
Palazzo Madama perché discutesse il da farsi, valutando eventualmente anche il
caso di un voto contrario al decreto. Alla fine i senatori centristi si
riuniranno lo stesso. Ma solo per mettere a punto l’ordine del giorno
spacca-maggioranza.

Appreso
dell’orientamento dei democratici cristiani, ora i leader alleati appaiono
pensosi. Silvio Berlusconi era in Senato per la celebrazione dei cinquant’anni
del trattato istitutivo della comunità europea. In aula, a Palazzo Madama, ha
avuto un colloquio con Piero Fassino. Non s’è parlato di Afghanistan. Con il
segretario dei Democratici di sinistra il Cavaliere ha affrontato il nodo della
riforma della legge elettorale. E gli ha mostrato le sue lenzuolate. Quelle di
sondaggi.

Al
termine della celebrazione, Berlusconi ha confermato che Forza Italia non ha
ancora deciso l’orientamento sul decreto. Che “nulla è scontato perchè la
situazione è mutata”. Purtuttavia, in caso di un voto diverso dai centristi, gli
azzurri temono il ripetersi della solita retorica delle due opposizioni. Quella
responsabile e quella che antepone i calcoli politici all’interesse del Paese. Ed
è possibile che, tra mille distinguo, anche il primo partito dell’opposizione
alla fine faccia convergere il suo consenso sul decreto di rifinanziamento.

Stesse
riflessioni a Via della Scrofa. Gianfranco Fini ha visto l’ambasciatore americano
Ronald Spogli. Anche se il diplomatico statunitense avrebbe fatto capire che un
voto negativo della destra non pregiudicherebbe i rapporti con gli States, gli
americani continuano a considerare la partecipazione italiana alla missione in
Afghanistan come strategica. Sicchè è possibile che anche Alleanza Nazionale,
dopo aver tenuto la maggioranza col fiato sospeso fino a martedì, alla fine
sciolga la riserva. E
dia ai suoi senatori indicazione di voto favorevole.