L’oracolo di Nusco e la monnezza di Napoli
09 Gennaio 2008
di redazione
Dando
prova di un fiuto giornalistico decisamente mal riposto, il “Corriere della
Sera” ha pensato bene di intervistare Ciriaco De Mita sull’emergenza
rifiuti in Campania. La redazione del più importante quotidiano nazionale
sembra ignorare che De Mita e Bassolino sono alleati di ferro.
Bassolino ha
potuto essere eletto presidente della regione Campania solo grazie ai voti che
l’uomo di Nusco gli ha portato in dote. Tant’è vero che in cambio ha dovuto
offrire contropartite sostanziose, come l’importantissimo assessorato alla
sanità che è gestito da un demitiano di ferro (e, guarda caso, la sanità
campana ha un deficit record). Purtroppo De Mita possiede nell’avellinese un
cospicuo e inossidabile pacchetto di voti che è stato pagato a carissimo prezzo
da noi contribuenti.
Fra
le perle di saggezza che l’uomo politico irpino dispensa nell’intervista ne scegliamo una che ci apre un interessante prospettiva sulla sua visione del
mondo: “Noi – osserva a un certo punto De Mita – della famigerata prima
repubblica amministravamo seguendo le regole. Quelli di adesso, invece, fondano
la loro autorità sul potere personale”, per cui è quasi inevitabile
“che la controparte della trattativa sia la camorra”. La concezione
della democrazia che ha De Mita non potrebbe essere espressa in modo più
chiaro. O si fa ricorso al manuale Cencelli, alla lottizzazione, e quindi alla
spesa pubblica incontrollata, oppure si finisce nelle mani della camorra. Per
l’inossidabile Ciriaco non ci sono alternative. Il suo acutissimo cervello di
intellettuale della Magna Grecia non può arrivare a concepire una democrazia
del pubblico, nella quale i leader di due diversi schieramenti si confrontano
alle elezioni su programmi definiti di cui rispondono a fine mandato. Insomma,
a Nusco non hanno ancora scoperto il principio di responsabilità politica che è
il cardine di tutte le moderne democrazie.
Come
residente a Napoli e in Campania saluterei con grande favore le dimissioni
della Iervolino e di Bassolino, che hanno dato prova di delittuosa
inefficienza. Se venissero anche le dimissioni di De Mita da deputato sarebbe
un ulteriore vantaggio per la democrazia italiana.
(m.g.)