Lorenzin: “C’è rischio crac demografico, raddoppiare bonus bebè”. Ma Palazzo Chigi non è d’accordissimo
16 Maggio 2016
Intervista da Repubblica, il ministro della Salute, Lorenzin, indica i bonus bebè, come un modo per affrontare la “vera emergenza italiana“: “Se andiamo avanti con questo trend, senza riuscire a invertirlo, tra dieci anni cioè nel 2026 nel nostro Paese nasceranno meno di 350 mila bambini all’anno, il 40% in meno del 2010. Un’apocalisse. In 5 anni abbiamo perso oltre 66 mila nascite, cioè per intendersi una città più grande di Siena. Se leghiamo tutto questo all’aumento degli anziani e delle malattie croniche, abbiamo il quadro di un paese moribondo”.
E ha aggiunto che se in Italia non nascono più bambini: “non può non esserci una correlazione con la crisi economica, per questo il bonus può avere un significato importante per i circa due terzi dei genitori che stanno sotto la soglia di 25mila euro di Isee. Serve una politica di sostegno delle nascite che si basi su aiuti diretti. Poi ci vogliono altri interventi. Ad esempio il sostegno alla maternità, che deve recuperare un prestigio sociale e non deve rappresentare un ostacolo per il lavoro. È importante anche il tema dei servizi, come gli asili nido, che devono essere abbastanza per permettere ai genitori di continuare a lavorare quando hanno bambini piccoli o di non svenarsi per pagare le baby sitter. Poi c’è la questione più sanitaria della fertilità. Bisogna che si prevengano i problemi che impediscono di fare i figli. E le coppie devono capire che decidere di averli troppo tardi, oltre i 35 anni, può diventare un problema”.
Pertanto, rafforzare il bonus bebè, aumentare le detrazioni fiscali a partire dal secondo figlio, arrivando anche all’ipotesi di allargare, progressivamente, la no tax area a seconda del numero dei figli, sarebbero alcune delle misure pro-famiglie allo studio di una parte dell’esecutivo.
Il ministro degli Affari regionali con delega alla famiglia, Enrico Costa, esponente di Ncd nella compagine di governo, lo propone come “un grande patto” per sostenere la famiglia e favorire la natalità in un Paese, come l’Italia, che ogni anno fa i conti con un numero crescente di culle vuote. L’idea di base è quella di far convogliare tutte le norme e le politiche legate alla famiglia in un Testo Unico da approvare entro l’anno.
Più prudente, invece, la reazione di Palazzo Chigi, dove fonti del palazzo hanno fatto sapere che l’ipotesi del raddoppio del bonus bebé sia, allo stato, solo una delle proposte in campo. Prioritario, hanno osservato, è uno sguardo complessivo sugli strumenti di welfare, e non una o l’altra ipotesi le quali, al momento, restano tali.