L’Organizzazione della Conferenza Islamica alla conquista dell’Europa
12 Dicembre 2009
Bat Ye’or è lo pseudonimo della scrittrice egiziana Giselle Littman, che da ebrea nel 1955 dovette subire il ritiro della cittadinanza egiziana e fu costretta a rifugiarsi in Inghilterra, dove in seguito ottenne la nazionalità britannica. Ha insegnato archeologia all’University College di Londra e scienze sociali all’Accademia di Ginevra. Esperta a livello mondiale di islam e jihad, ha pronunciato discorsi al Congresso degli Stati Uniti e alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, mentre i suoi studi sono molto seguiti negli ambienti di lotta al terrorismo. Dopo il famoso best seller Eurabia, oggi la casa editrice Lindau pubblica anche in Italia il suo Verso il califfato universale – Come l’Europa è diventata complice dell’espansionismo musulmano, in cui torna ad analizzare la resa del Vecchio Continente all’islam radicale, denunciando con un grido sempre più allarmato e deciso come a ciò sia sottesa la regia occulta dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), che riunisce 57 paesi e oltre un miliardo di persone.
Alla base del problema non c’è solo la provata pianificazione dell’OCI per una conquista dell’Occidente ormai non di tipo militare – come evidenziato anche da molti osservatori internazionali –, ma soprattutto l’insipienza di certe élite culturali e politiche europee che non si avvedono di quanto stia accadendo, favorendo tale piano e addirittura stigmatizzando chi vi si oppone. «La strategia dell’OCIi è sottile e insinuante – spiega l’autrice –. Controlla la politica dell’Europa con la minaccia del terrorismo e l’arma dell’immigrazione (insieme con quella, connessa, della demografia). La ricatta economicamente grazie al petrolio. La inibisce culturalmente facendo leva sulla mancanza di un’identità condivisa e sfruttando i sensi di colpa di gruppi sociali ostaggio del politically correct. La insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani».
Ma l’OCI si muove transnazionalmente anche e soprattutto sul piano legislativo per diffondere sempre più la sharia, la legge coranica, in luogo del diritto democratico. Il primo tragico errore lo ha commesso nel 2007 la Gran Bretagna consentendo di riconoscere ufficialmente la sharia come fonte di diritto, e di far quindi sottostare i musulmani inglesi a norme teocratiche, maschiliste e oscurantiste, in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia: il risultato, a distanza di due anni, è terribile, con la perdita totale di secoli di conquiste in termini di diritti sociali, umani e politici per intere generazioni di donne e di uomini.
Secondo l’autrice, l’Europa sta rapidamente diventando parte della ummah, la comunità dei fedeli islamici, mentre ai non musulmani spetterà il ruolo segregato di dhimmi, cittadini di seconda categoria con diritti inferiori, minoranza in condizione d’estrema umiliazione fondata sul disprezzo dei non musulmani da parte degli islamici praticanti. Bat Ye’or individua gli errori dell’Europa/Eurabia in questi fattori: aver abiurato la sua storia e i suoi valori democratici con una mal riposta tolleranza proprio verso i suoi nemici; aver ripudiato le radici cristiane perfino nella Costituzione dell’Unione, senza comprendere che la democrazia europea e la pari dignità degli individui nascono esattamente da quella cultura cristiana; aver sostituito addirittura nella scuola pubblica lo studio della cultura liberale e autenticamente democratica con l’insegnamento del Corano; la nuova ambiguità nei rapporti con gli Usa, di contro a un avvicinamento politico e culturale con regimi musulmani privi di democrazia e diritti umani; l’abbandono di Israele per un appoggio ideologico e propagandistico di Hamas e del terrorismo palestinese; da ultimo, la negazione dell’origine ebraica del cristianesimo al fine di avvicinarlo all’islam, in una falsa prospettiva di dialogo euro-arabo.
In una recente intervista, la studiosa ribadisce la sua previsione di come il mondo libero stia precipitando verso il califfato universale, obiettivo dell’OCI, e di come la completa islamizzazione dell’Occidente sarà possibile paradossalmente grazie alla complicità dei governi occidentali: «Guardando la dichiarazione di Durban 2 ci si rende conto che l’OCI chiede all’Europa di dare una via preferenziale ai flussi che arrivano dal Nordafrica»; quindi il cavallo di Troia è sicuramente l’immigrazione, ossia la presenza fisica di comunità musulmane che non hanno alcuna intenzione d’integrarsi coi paesi europei da cui sono ospitati, e di cui mirano a sostituire i cardini giuridici e sociali sotto la guida delle strategie politiche – mascherate da predicazioni religiose – di imam integralisti e politici islamisti. «Questa decisione è stata presa alla conferenza islamica del 2005, vertice durante il quale sono state anche decise le linee guida che caratterizzeranno i prossimi dieci anni di azione islamica. Nel mio libro fornisco la lista di queste decisioni».
Ciò va di pari passo con la propaganda anti-israeliana in atto in Europa e recepita pedissequamente da troppi media, partiti politici, e opinion-leader: «L’OCI è composta dai ministri degli Esteri di 57 paesi, elencati nel mio libro, che sono una sorta di Onu islamico: nella sua carta costituente si dichiara la necessità di liberare Gerusalemme dove costruire la sede dell’Organizzazione della Conferenza Islamica. Quello che il mondo arabo vuole creare (con la complicità dell’Europa e degli Usa islamizzati – ndr) è una pace senza Israele, in cui uno Stato sovrano – Israele, appunto – dovrà, secondo loro, essere eliminato. L’OCI ha anche creato una corte di giustizia islamica internazionale che ha giurisdizione su tutti i paesi che aderiscono all’Organizzazione. Questa corte avrà la facoltà di perseguire i reati contro l’islam giudicandoli in base alla sharia».
Nel libro della Bat Ye’or si evidenzia l’incapacità dell’Unione Europea di reagire al pericolo poiché «i governi, la stampa e la cultura sono oggi alleati con i paesi musulmani. L’UE è fortemente legata ai paesi arabi con accordi commerciali e le università hanno addirittura accettato libri approvati dall’OCI. Testi che hanno come base non la conoscenza obiettiva della storia, ma la storia vista secondo i dettami islamici. In Europa vengono costruite moschee e scuole islamiche, delle vere e proprie madrasse, per far sì che le nuove generazioni crescano all’interno della sharia, ed evitare così la loro occidentalizzazione. Dobbiamo capire che l’unica strada che abbiamo è difenderci da questa organizzazione che conta al suo interno rappresentanti politici, ministri e presidenti delle peggiori dittature. In Europa la gente ha cominciato già da tempo a percepire una situazione di disagio ma questa strategia è complicata e tenuta, almeno per il momento, in un profilo molto basso. In questo modo è molto difficile difendersi contro qualche cosa che non si vede».
Le armi di difesa contro questo conflitto in corso possono essere essenzialmente due: la prima è prendere atto di cosa stia succedendo veramente, senza nascondere la realtà per timore d’essere tacciati di razzismo o xenofobia, cosa di cui regolarmente e ingiustamente vengono accusati coloro che mirano soltanto a difendere principi e valori democratici di libertà e tolleranza, senza nessun sentimento di ostilità pregiudiziale verso altre religioni o razze: oggi il vero razzismo è esattamente l’opposto, quello dell’integralismo islamico contro gli Occidentali. Secondariamente, occorre appoggiare «i molti musulmani che si battono per mantenere i valori universali di dignità e uguaglianza. Queste persone, che vengono costantemente minacciate, sono molto coraggiose e sanno che quando entrano in questa ottica si prendono dei rischi enormi sia per loro sia per le loro famiglie. Vanno aiutati, seguiti e protetti, sono degli alleati preziosi ed insostituibili. C’è da augurarsi che i governi europei sappiano proteggerli come meritano».
Riguardo a quest’ultimo profilo, non si dirà mai abbastanza come sia necessario far nascere un neo-femminismo nelle donne di cultura e origine islamica affinché inizi a scardinare gli obiettivi dell’islam integralista. Verso il califfato universale è un’opera fondamentale per capire la nostra realtà, al di là di pregiudizi politici e culturali.