L’orgoglio tranquillo della Famiglia “costituzionale”
04 Giugno 2015
Il 20 giugno, a Roma, ci sarà una grande mobilitazione a favore della famiglia “costituzionale” (quella formata da un uomo e una donna, per intenderci). Dopo il Gay pride, che sfilerà lungo le strade romane il 13 giugno, con la giunta Marino al completo alla testa del corteo, ci sarà dunque il Family pride.
L’orgoglio tranquillo di famiglie che sanno di costituire il cuore pulsante della società italiana, su cui ancora si regge questo paese, ma sono regolarmente ignorate dalla politica. Non sarà, dicono gli organizzatori (un comitato composto da esponenti di associazioni e gruppi del mondo cattolico) un nuovo Family day, come quello del 2007 con cui furono cestinati i “Dico”, primo tentativo di legge sulle unioni civili firmato da Bindi e Pollastrini.
I tempi cambiano, e l’unanimità trovata allora (aderirono tutte le associazioni del laicato cattolico e i movimenti ecclesiali, sotto la guida del Forum delle famiglie) non sarebbe possibile oggi. Si parla anche della contrarietà di alcuni vescovi di peso, come Mons.Galantino, segretario della Cei, mentre il presidente, il cardinale Bagnasco, avrebbe dato la sua benedizione. Ma le durissime frasi con cui il Segretario di stato, Pietro Parolin, ha pubblicamente stigmatizzato il risultato del referendum irlandese sgombrano il campo da ogni incertezza: “una sconfitta per l’umanità”.
L’Italia è a un bivio: il ddl Cirinnà, se pure ostacolato da quasi 4000 emendamenti, di cui circa 3000 presentati da Ncd, ha iniziato il suo percorso parlamentare e al massimo quest’autunno (ma forse, se ci saranno forzature del Pd e della presidenza del Senato, anche prima delle vacanze estive) arriverà in aula. Chi ha promosso l’appuntamento del 20 giugno lo sa e si è mosso.
La manifestazione non sarà “contro” qualcuno ma difenderà con chiarezza l’unicità della famiglia naturale e dell’istituto del matrimonio, mettendosi dalla parte dei bambini, che hanno bisogno sia della mamma che del papà. Verità elementari, come scandivano i cortei francesi della Manif pour tous: “Une mère, un père: c’est élémentaire”.
Anche stavolta nessuna sigla, né di associazioni né di partiti, tutti sono chiamati a partecipare senza bandiere di appartenenza. L’Occidentale seguirà con grande attenzione le notizie sulla manifestazione, certo di rendere un buon servizio ai suoi lettori.