Loris: 30 anni a Veronica Panarello. L’avvocato: “Ci appelleremo”

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Loris: 30 anni a Veronica Panarello. L’avvocato: “Ci appelleremo”

17 Ottobre 2016

“Voglio tornare alla normalità, alla quotidianità di sempre: per me parla la sentenza”. Cosi’ Andrea Stival, il suocero di Veronica Panarello, dopo la condanna a trent’anni di reclusione della donna che lo accusava di aver ucciso suo figlio Loris per non rivelare la loro relazione. “Resta la sentenza e restano – aggiunge – le bugie della Panarello sulle quali ha fatto giustizia il Gup. Adesso voglio solo tornare a vivere una vita quotidiana e tranquilla e pensare alla famiglia”.

Questo quanto dichiarato dopo la consanna a trenta anni di reclusione e 5 di libertà vigilata con l’esclusione della contestazione di premeditazione. La sentenza del Tribunale di Ragusa è stata irrogata  nei confronti di Veronica Panarello accusata di aver ucciso il proprio figlio, Loris Stival e di averne occultato il cadavere gettandolo in un canalone di Santa Croce Camerina il 29 novembre del 2014.

Il Gup ha quindi accolto le richieste della pubblica accusa che durante le varie fasi del processo ha cercato di dimostrare le responsabilità della donna che avrebbe ucciso il figlio di otto anni legandolo con delle fascette e dopo lo avrebbe caricato in macchina per disfarsi del corpo prima di andare a seguire un corso al Castello di Donnafugata.

La sentenza, arrivata intorno alle 19 di ieri, 17 Ottobre 2016, e’ giunta al termine di una giornata intensa caratterizzata da un dibattimento molto lungo e a tratti accesso. L’avvocato della Panarello, Francesco Villardita, aveva chiesto l’assoluzione della sua assistita perché il fatto non sussiste. “In un processo penale – ha affermato Villardita subito dopo l’udienza e prima che arrivasse la sentenza -spetta alla pubblica accusa fornire la prova al di la’ di ogni ragionevole dubbio, ma in questo processo sono mancate prova e movente”.

Quando il Giudice la letto la sentenza Veronica Panarello ha reagito scoppiando in un pianto straziante. “Questa decisione –  ha affermato l’avvocato Biazzo, legale di Andrea Stival, il legale del marito della donna – significa giustizia per il piccolo Loris, ma anche per il mio assistito che oltre al dolore per la perdita del nipote, ha dovuto subire delle accuse infamanti. Le dichiarazioni di Veronica Panarello erano false e calunniose”.

Il GUP ha ritenuto anche di trasmettere le carte in Procura perché si valuti se agire nei confronti di Veronica Panarello per il reato di calunnia ai danni del suocero chiamato in correità durante il processo. Con la sentenza di primo grado si chiude cosi’ un capitolo di una vicenda che da circa due anni tiene banco in Provincia di Ragusa e che ancora, come detto dal Sostituto Procuratore Marco Rota, “presenta dei lati oscuri che solo Veronica Panarello potrà chiarire”.