L’Ucraina dice no alla Nato e la Clinton vola a Kiev per colloqui

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L’Ucraina dice no alla Nato e la Clinton vola a Kiev per colloqui

02 Luglio 2010

Il Parlamento ucraino ha approvato la legge che stabilisce la non adesione di Kiev alla Nato, confermando così lo status per l’Ucraina di Paese "non-allineato". Il testo, votato in prima lettura all’inizio di giugno, era stato stilato su iniziativa del neopresidente Viktor Ianukovich, fautore di un avvicinamento a Mosca.

Intanto, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton è arrivato oggi a Kiev, prima tappa di un viaggio che lo porterà anche in Georgia, Armenia, Azerbaigian e Polonia. La sua visita nella capitale ucraina è la prima di un alto dirigente americano nel Paese dopo l’elezione a febbraio del nuovo presidente Viktor Ianukovich.

Secondo gli analisti l’obiettivo della Clinton è quello di ribadire l’interesse e la vicinanza degli Usa a tutti questi Paesi, nonostante il ‘reset’ russo-americano. In Ucraina, in particolare, il segretario di Stato Usa intenderebbe chiarire l’orientamento del nuovo corso di Ianukovich, che sembra fortemente orientato a favore di Mosca nonostante la dichiarata volontà di una politica equilibrata tra Russia e Occidente, al di fuori dei blocchi: finora però il presidente ucraino ha prorogato la presenza della flotta russa a Sebastopoli e rafforzato i contatti economico-commerciali con il Cremlino.

Ieri sera, inoltre, il Parlamento ha approvato a larga maggioranza una legge a favore del non allineamento di Kiev con i blocchi internazionali, abbandonando così la prospettiva di aderire alla Nato, fortemente perseguita dall’ex presidente Viktor Iushenko. La Georgia attende invece un segnale di ribadita fiducia dopo la guerra con Mosca per l’Ossezia del sud, mentre le tappe in Armenia e Azerbaigian ruotano intorno al conflitto congelato del Nagorno-Karabakh. Anche Varsavia si attende una nuova conferma dell’attenzione Usa, dopo la rinuncia di Washington ad installare in Polonia parte dello suo scudo antimissile europeo.