L’Ue ci concede altri 60 giorni, ma cosa potrà cambiare in così poco tempo?
02 Dicembre 2011
Il neo Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, inizia dai rifiuti di Napoli. Dopo una verifica della situazione, la prima decisione del responsabile nazionale per l’ambiente è prendere tempo con l’Unione Europea. Le strade della capitale campana sono ancora imbrattate dai rifiuti e il piano regionale è fermo al palo, issato dal Sindaco con il suo no al termovalorizzatore.
Sessanta giorni, la concessione di Potochnik. E’ legittimo chiedersi, cosa potrà cambiare in così poco tempo? Problemi accumulati nei lustri di governo regionale e locale, inefficienze stratificate, "balle" poco "eco" impilate e giacenti da anni e politica sempre uguale a se stessa non aiutano a delineare scenari rosei. Per azzardare un po’ di ottimismo, si potrebbe dire che gli annunci del Ministro di aprire un nuovo commissariamento e mandare l’esercito, pur sembrando un ritorno al passato, dimostrano una forte determinazione a farsi carico del problema. E si potrebbe anche aggiungere che la disponibilità del Commissario europeo a ritardare di due mesi gli atti successivi alla lettera di messa in mora inviata all’Italia a fine settembre sia il segno di un accredito di fiducia.
Ma al di là degli sforzi, le preoccupazioni restano. In primo luogo è doveroso ricordare che la sentenza di condanna dell’Italia del Marzo 2010 prevedeva tra le prescrizioni: la cessazione della gestione straordinaria, la rendicontazione dei fondi spesi dal 1996 al 2007, l’approvazione del piano regionale, la immediata implementazione della raccolta differenziata e la chiusura delle discariche sature. Il tutto in un arco temporale di 12 mesi. L’unica cosa nella quale sperare è che la Commissione Europea traduca in fatti le dichiarazioni rese dal Commissario Potochnik davanti alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo qualche settimana fa. Aver riconosciuto che per risolvere la situazione campana è realistico prevedere almeno 20 anni in relazione all’arretrato dovrebbe spingere i vertici europei a rivedere la tempistica stretta assegnata al nostro paese un anno fa.
Infatti, se è coerente che l’Unione chieda di stringere i tempi per l’avvio di una seria raccolta differenziata, assumendo che "si può e si deve fare subito", è altrettanto vero che per mandare a regime il ciclo integrato dei rifiuti, partendo dallo sfacelo nel quale versa la Regione non è possibile pensare a soluzioni immediate. I prossimi giorni dovranno dunque essere spesi per approvare il piano regionale, ormai pronto, superando la disputa sull’inceneritore di Napoli e per tradurre in atti le promesse dell’amministrazione comunale con la doverosa collaborazione della Provincia. Tali azioni potrebbero scongiurare la sanzione pecuniaria, come ha lasciato intendere il Commissario Potochnik.
*Europarlamentare PPE-PDL