Lufthansa si sfila, il sondaggio: chiudete Alitalia

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Lufthansa si sfila, il sondaggio: chiudete Alitalia

28 Aprile 2017

Per il 77% degli italiani l’Alitalia deve fallire, a dirlo un sondaggio condotto da Index Research. Solo il 17% del campione è contrario a un simile sbocco della situazione. “E’ evidente che gli italiani sono contrari alle politiche di ripiano di deficit sistematicamente adottate dai Governi nei confronti delle aziende in crisi”, ha spiegato Natascia Turato, direttore di Index Research. 

Ad oggi è escluso qualunque intervento diretto o indiretto dello Stato, e per Alitalia la strada obbligata è quella del commissariamento, che salvo sorprese dovrebbe scattare dalla prossima settimana. L’appuntamento infatti è fissato per il 2 maggio, quando si riunirà l’assemblea dei soci per deliberare l’avvio della procedura. Se gli azionisti decideranno di procedere con la richiesta di amministrazione straordinaria, l’apertura della procedura e la nomina dei commissari arriveranno con la “massima tempestività”, ha assicurato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan

Padoan ha anche escluso qualunque intervento diretto o indiretto dello Stato ad un aumento di capitale della società, precisando che un eventuale finanziamento statale, che il ministro Calenda ha quantificato in 400 milioni, è finalizzato solo ad evitare l’interruzione delle attività e verrà approfondito. Si tratterebbe, dunque, di “un prestito ponte – che ieri ha avuto il via libera dall’Europa – a condizione che si faccia un lavoro di vendita”, ha puntualizzato Calenda. “Chi si comprerà Alitalia dall’amministrazione straordinaria – ha detto Calenda – lo farà definendo il perimetro che gli interessa. Più di così, ed è molto, non dobbiamo e non possiamo fare”. 

Insomma sarà pure “un ponte”, ma i primi soldi pubblici arriveranno comunque e rispetto a quanto afferma Calenda – legando il prestito alla vendita – quello che manca, però, è l’acquirente: sfuma infatti almeno per il momento l’ipotesi Lufthansa, che molti avevo visto come un’ancora di salvezza. La compagnia tedesca, infatti, si chiama fuori senza mezzi termini dai giochi, puntualizzando di avere “una chiara intenzione di non acquistare Alitalia”. Ma a sfilarsi sono anche le Ferrovie dello Stato, assicurando che “in questo momento l’argomento non è di interesse e la società non è stata contattata da nessuno”. Dello stesso avviso il ministro dei Trasporti Graziano Delrio: “Non dobbiamo distogliere la società e trascinarla in un settore che non è il suo”. 

C’è poi incertezza tra i viaggiatori in possesso di biglietti Alitalia, che si stanno rivolgendo in massa alle associazioni dei consumatori. La compagnia però assicura che non c’è stato e non ci sarà alcun impatto sull’operatività e sulla programmazione dei voli e i biglietti già acquistati sono pienamente utilizzabili. Resta il giudizio politico sulla operazione messa in campo due anni fa dal governo Renzi, l’ingresso di Etihad, la compagnia emiratina in Alitalia, con le banche italiane, che ha prodotto un piano industriale – si pensi al flop delle tratte a lunga percorrenza – incapace di ripianare le perdite e rendere Alitalia di nuovo competitiva. Uno scacco, che è anche un fallimento, per un governo che si era vantato di risolvere la questione facendo entrare solo i privati nella partita, ma che adesso si ritrova tra le mani la solita patata bollente.