L’ultima idea della Lega sui dialetti: “Sottotitolare le fiction Rai più seguite”

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L’ultima idea della Lega sui dialetti: “Sottotitolare le fiction Rai più seguite”

12 Agosto 2009

Va bene l’idea di affiancare le bandiere regionali al Tricolore. Passi il suggerimento di rispolverare o addirittura far nascere gli inni locali. Ma con la proposta di far sottotitolare le fiction più seguite in dialetto la Lega ha proprio esagerato.

Con l’inizio dell’estate è nata la polemica sui dialetti. Come ricorda il nostro direttore "toccando il tasto delle bandiere regionali il Carroccio fa scattare come una molla la cattiva coscienza nazionale di tutti quelli che al Tricolore non hanno mai dedicato un mezzo pensiero, neppure per sbaglio. Da anni la Lega ha scoperto il trucco e forse sono loro i primi a non crederci quando vedono che gli riesce sempre. Prendono uno dei tanti elementi della cattiva coscienza nazionale e lo sfrucugliano a dovere: in un battibaleno il risultato è assicurato".

E infatti eccoci a parlare di una proposta che sembra, o forse è, solo una bella e buona provocazione. "La Lega esorta la Rai a mandare in onda le fiction di grande ascolto in dialetto con i sottotitoli, oppure per chi ha la televisione in digitale, di aggiungere al canale audio anche la versione dialettale. Sarebbe bello se uno dei canali radio fosse interamente dedicato a tutti i dialetti d’Italia con rigorosa par condicio regionale". Parole del ministro leghista per le Politiche agricole Luca Zaia.

Chiaramente la dichiarazione ha avuto nel mondo politico un effetto "rimbombo": quindi ecco piovere i commenti più coloriti. Per Giorgio Merlo (Pd), vice presidente della commissione Vigilanza Rai, "Zaia confonde ferragosto con carnevale". Cambia il versante politico ma le idee, almeno in questo caso, rimangono le stesse: per Italo Bocchino, vice presidente dei deputati del Pdl "è un’autentica fesseria, da catalogare nelle ‘boutade’ estive della Lega". Secondo il segretario nazionale della Destra, Francesco Storace, "Zaia farebbe bene a dare uno sguardo più attento a quello che succede nel suo dicastero". Per Marco Rizzo, dei comunisti sinistra popolare, "le fiction in dialetto sono una buffonata propagandistica", mentre Pancho Pardi, capogruppo dell’Idv alla commissione Vigilanza Rai, spiega che "a Zaia dedicheremo la prima pagina del Vernacoliere (mensile satirico livornese,ndr) di questo mese. Se non la capisce, gliela spiegheremo nel suo dialetto".

"La Rai non fa nulla per promuovere la cultura locale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti", ha detto Zaia intervistato a Klauscondicio. "Rai 3 doveva occuparsi della valorizzazione della lingua locale, della storia e della cultura delle diverse realtà regionali ed è invece diventata un canale fortemente ideologizzato che ha altri scopi. Non ci sarebbe nulla di male a presentare un programma in dialetto", prosegue il ministro. "In quei programmi dove si presentano proprio la territorialità e i prodotti tipici, per esempio, i piatti spiegati con l’idioma locale avrebbero un altro ‘gusto’ rispetto all’italianizzazione dei nomi di quei prodotti. Noi eravamo impegnati a difendere gli interessi del mondo produttivo e lavorativo del Nord. Loro facevano i concorsi alla Rai e la maggioranza dei telegiornalisti e dei presentatori sono romani".

L’utilità dei sottotitoli il lingua regionale è cosa difficile da comprendere, almeno per molti. Va bene non perdere l’utilizzo degli idiomi regionali, cosa che soprattutto tra le nuove generazioni va sempre più scemando, ma immaginarsi di vedere un Raoul Bova che parla in sardo o un Lino Banfi che si esprime in toscano farebbe sorridere, ma non aiuterebbe a rispolverare i dialetti. Quelli, si rispolverano parlando in famiglia quotidianamente, e sta ai genitori o ai nonni decidere se farlo o no, senza l’"ausilio" della televisione.

Anche personaggi non politici dicono la loro, respingendo la proposta leghista: Lando Buzzanca, attore siciliano vicino al centodestra ammette che "dalla Lega oramai mi aspetto di tutto e di più, sono avvilito. Sono sciocchezze inutili", mentre un’altra vip del mondo televisivo, l’attrice romana Nancy Brilli, dichiara che "è una provocazione che non so dove voglia portare. Aspettiamo la prossima puntata".

Noi, la prossima puntata la aspettiamo, incollati agli schermi della Rai in attesa di qualche clamorosa novità. Uno stanziamento per tv e radio provinciali, destinato alla messa in onda di programmi in lingua locale con lo scopo di valorizzare i dialetti della Lombardia, è già stato richiesto da 2 consiglieri regionali lombardi della Lega Nord, Daniele Belotti e Stefano Galli, spiegando che "bisogna salvaguardare gli idiomi regionali". Chissà che sia un piccolo primo passo verso una nuova televisione interattiva in dialetto.