L’ultima trovata dei pm di Milano: il Ruby-gate senza Ruby

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L’ultima trovata dei pm di Milano: il Ruby-gate senza Ruby

25 Febbraio 2011

 

Una concussione senza concusso, tant’è che al presunto tale difficilmente verrà in mente di costituirsi parte civile. E una prostituzione minorile senza prostituta minorenne, al punto che l’unica a poter dire con cognizione se il Cav. si è macchiato o no del reato che gli viene contestato – cioè Ruby stessa – potrebbe non comparire nella lista dei testimoni convocati dalla Procura per il processo!

L’ultimo colpo di scena della surreale vicenda giudiziaria denominata Ruby-gate si è consumato nel tardo pomeriggio di giovedì sulle agenzie di stampa. L’annuncio, attribuito ai soliti "ambienti giudiziari", è arrivato a ciel sereno: con molta probabilità, nella lista dei testimoni che la Procura di Milano chiederà di convocare al processo contro Silvio Berlusconi, il nome di Karima El Mahroug non ci sarà. La versione di Ruby, che pure i pm hanno identificato come "parte lesa" e dunque come vittima delle presunte malefatte del Cav., non interessa alla pubblica accusa. E se l’indiscrezione dovesse essere confermata quando l’elenco verrà depositato, ci troveremmo di fronte al paradosso di un processo in cui la vittima non viene chiamata a raccontare al collegio giudicante il presunto reato commesso ai suoi danni. Con l’aggiunta, ancor più paradossale, che nel Ruby-gate l’unica persona oltre all’imputato a poter dire se vi siano stati o meno quei rapporti sessuali senza i quali il reato contestato non è nemmeno ipotizzabile, è proprio Ruby. Sul punto, tutto il resto è fuffa.

Ma forse la chiave del "giallo" sta proprio qui. A ben guardare le numerose testimonianze fin qui rese da Karima, infatti, mentre gli elementi di contorno a supporto dell’accusa sono confusi, contraddittori e – appunto – di mero contorno, l’unico aspetto sul quale la giovane Rubacuori non ha mai mostrato tentennamenti o contraddizioni è la negazione assoluta di rapporti intimi con il premier. E’ semplice dunque intuire perché i pm siano tentati di lasciar fuori dal processo la sua protagonista indiscussa. Meno facile immaginare come faranno a tenere in piedi il traballante castello accusatorio, soprattutto se a quel punto dovessero essere i legali del Cav. a far rientrare dalla finestra come testimone della difesa la presunta vittima lasciata fuori della porta da una pubblica accusa evidentemente in panne.

P.S. Domani, 26 febbraio, ricorre il primo anniversario della morte di Enzo Fragalà, avvocato e politico palermitano barbaramente ucciso a bastonate sotto il suo studio legale. Noi non abbiamo i mezzi per farlo. Ma ci piacerebbe se qualche giornalone si prendesse la briga di confrontare le risorse umane ed economiche impiegate per identificare e scovare l’assassino di Enzo, di cui non abbiamo traccia, con quelle messe in campo per spiare la camera da letto di Silvio Berlusconi. Ci piacerebbe poter pensare che dal confronto emerga un risultato edificante per la giustizia italiana. Ma, chissà perché, non ci speriamo troppo.