Lunardi faccia un favore a se stesso. Tacere
15 Giugno 2010
di redazione
Che l’ex ministro Lunardi sia uomo dalle dichiarazioni spesso “infelici” lo ammise lui stesso nell’ormai lontano 2001, quando fu costretto a una rettifica in zona cesarini dopo aver clamorosamente affermato "con la mafia bisogna convivere e i problemi legati alla criminalità ognuno li risolva come vuole". Apriti cielo e fuoco di sbarramento dall’opposizione che ne chiese le immediate dimissioni. Un paio di giorni fa, Lunardi c’è ricascato alla grande, concedendo una lunga intervista a Repubblica che merita d’essere commentata.
Lunardi ricostruisce fin nei dettagli la sua amicizia e i “favori” (citiamo testualmente) fatti e ricevuti dall’imprenditore Diego Anemone e dal manager pubblico Angelo Balducci, il primo scarcerato una settimana fa e l’altro tuttora agli arresti per l’inchiesta "grandi eventi". Non siamo tra quelli che invocano la gogna per chi è sotto inchiesta, sia chiaro, ma colpisce la nonchalanche con cui Lunardi racconta di aver aiutato Anemone nella costruzione del “Salaria Sport Village”, ricevendo in cambio dei lavori di ristrutturazione della sua casa padronale nel parmense, "lavori a prezzo di costo". Oppure come, grazie a Balducci ("il migliore dei miei funzionari"), l’ex ministro abbia ottenuto, "per coincidenza", uno degli appartamenti romani nel forziere di Propaganda Fide, congregazione del vaticano con interessi nel mercato immobiliare della capitale.
Lunardi entra nell’appartamento e, parole sue, ci resta dentro quattordici mesi "gratis". Dopodiché acquista l’intero stabile a 4 milioni di euro e rotti, "ho dato sostanziose buone uscite a quattro vecchietti, gente che pagava 2oo euro al mese di affitto", che profittatori! "Altri quattro li ho ancora in casa", che non è chiaro, dal tono, se lo fa per carità cristiana o se medita di farli sgomberare al più presto. Non ancora soddisfatto, Lunardi spiega, testuale, "ho fatto in modo che Balducci diventasse presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici" e alla domanda "le sembra normale che un ministro compri case gestite dai suoi dipendenti e aiuti costruttori amici per ottenere lavori scontati?" risponde "I favori li ho fatti come persona, non come ministro. Io sono una persona corretta".
E difatti noi di non certo sulla sua correttezza vogliamo sindacare, ma su un modo come minimo stravagante di fare comunicazione politica che, dalla battuta sulla mafia all’intervista a repubblica, definire autolesionista vuol dire andarci leggeri. Ma come, i republicones, Il Fatto, L’Espresso, Report, l’opposizione tutta, la magistratura, aspettano al varco gli uomini della maggioranza e Lunardi gli regala un assist del genere? Ma i politici del Pdl lo sanno come funziona il framework politico-catodico? Giustamente oggi il Foglio commentava, acido, "non intercettateli, intervistateli", basta poco uagliò.
A volte il problema non sono solo i giornalisti in cerca di scoop o il diritto di informare. A volte il problema sono proprio i politici che non resistono davanti al bloc notes di un cronista o alle telecamere e i guai se li vanno a cercare da soli. Forse l’ex ministro Lunardi dovrebbe rifletterci su, a meno che non stia seguendo una strategia di cui, per adesso, ci sfuggono i fini. Forse un favore avrebbe potuto farlo a se stesso: tacere.