L’Unità e le Pasdaran della FAO
17 Novembre 2009
di redazione
Le consorti dei capi di stato africani e asiatici visitano Roma per il vertice della Fao e L’Unità titola in prima pagina “Donne contro la fame”. Le first ladies hanno chiesto con insistenza aiuti umanitari per i Paesi poveri e incolpato l’Occidente di sfruttare le risorse del pianeta: con il nostro consumismo rendiamo la vita impossibile alle donne che sopravvivono con l’agricoltura. C’è stato anche chi ha esaltato il modello sociale del proprio Paese di provenienza, come la signora Azam al-Sadat Farahi, moglie del presidente iraniano Ahmadinejad…
“Obbligheremo tutti i capi di stato e di governo a mantenere gli impegni presi," ha dichiarato Suzanne Saleh Sabet, la moglie del presidente egiziano Mubarak, col piglio autoritario tipico del marito. Ma questo diktat lascia un po’ perplessi se ricordiamo il modello egiziano di esproprio della terra ai copti cristiani, che di agricoltura pare se ne intendessero un bel po’.
"Rigidamente e integralmente coperta di veli neri e occhiali da sole", scrive l’Unità, Lady Ahadinejad ha spiegato che in Iran “l’esperimento per combattere la fame è riuscito seguendo gli insegnamenti religiosi", e non poteva essere altrimenti in una Repubblica Islamica. Ma non finisce qui, "il mondo intero deve prendere esempio dal supporto offerto dal nostro governo nella diffusione dell’allattamento al seno”. Al ricevimento offerto da Isabella Rauti i nostri sherpa avranno preso bene appunti?
Lady Ahamadinejad si è anche scagliata contro “l’attitudine mercantilista” (leggi: occidentale) responsabile della “imposizione della povertà in una larga sezione della popolazione mondiale e in particolare delle donne”. Una questione, quella femminile, che sta molto a cuore al quotidiano diretto da Concita De Gregorio. E va bene che non eravamo in un vertice dove si parlava dei diritti umani, ma in tutta questa preoccupazione sul ruolo delle donne nella società non c’è traccia di una ragazza che è diventata l’immagine del martirio nel suo Paese, Neda Agha Soltani, ammazzata durante la repressione del governo iraniano. La verità è che, a differenza dell’Unità, pensiamo che non basta essere donne per parlare della fame nel mondo. Bisogna anche essere credibili.