L’Unitah
05 Settembre 2006
di redazione
In un video diffuso il 2 settembre, il convertito americano Adam Gadahn, considerato il portavoce di Al Qaeda (Azzam è il suo nome di battaglia), ha fatto l’elenco dei buoni e dei cattivi tra i giornalisti occidentali che si occupano di Islam.
Tra i reprobi che devono pentirsi si trovano studiosi come Daniel Pipes e Steve Emerson, mentre tra i ‘giusti’ che mostrano ‘rispetto e ammirazione per l’Islam’ troviamo due firme come l’inglese Robert Frisk dell’Indipendent e Seymour Hersh del New Yorker.
Manco a farlo apposta l’Unità di ieri pubblica un articolo del primo in cui viene citato il secondo: un en plein che dovrebbe essere al più presto segnalato ad Azzam perché possa tenerne conto nella prossima lista di promossi e bocciati.
Se poi si legge l’articolo di Fisk pubblicato dall’Unità i conti tornano. Il pezzo si intitola ‘La Guerra delle bugie’ e per capire il tenore del suo ragionamento basta citare le ultime righe: ‘Sapete che vi dico: quanto a disonestà, Nasrallah fa parte della cricca. Ma ha ancora molto da imparare dagli israeliani’.
Dal che si capiscono due cose. La prima è il motivo per cui Fisk piace tanto ad Al Qaeda; la seconda spiega l’entusiasmo dell’Unità verso la missione di pace in Libano: forse è la volta buona per mettere in riga quei disonesti degli israeliani.