L’Università di Yale dice addio agli amori fra professori e studenti
21 Aprile 2010
Ormai da qualche giorno, nella prestigiosa Università di Yale, gira una circolare che ha fatto sobbalzare studenti e professori: vietata qualsiasi tipo di relazione sessuale fra corpo docente e non. Per far capire in maniera inequivocabile che tra i libri e lo sport non c’è spazio per altro, il nuovo regolamento è stato esteso anche ai rapporti fra matricole e laureati che lavorano nel campus.
L’iniziativa è opera di Charles Long, oggi vice rettore dell’Ateneo, che fin dal 1983 si era battuto per l’adozione di un nuovo codice di comportamento. Nei suoi decenni a Yale, Long ha raccontato di aver visto molte love story fra allievi brillanti e professori delle facoltà. In alcuni casi si è trattato di amori a lieto fine, ma in molti altri il rapporto ha avuto esiti distruttivi per gli studenti, talvolta al limite delle molestie sessuali. Proprio per questo, ha spiegato Long, l’Università ha il compito di “proteggere gli alunni da quelle situazioni che rischiano di danneggiarli”. Fino ad oggi queste relazioni erano vietate soltanto se il docente aveva dirette responsabilità pedagogiche sullo studente, ora invece il regolamento viene esteso a tutto il campus.
Se Long ha vinto la sua crociata e i genitori possono tirare un sospiro di sollievo, perché i loro figli “non finiranno a letto con i professori o con gli studenti più grandi”, le lamentele nel campus, però, non sono mancate. Su bacheche, siti Interney, blog e pagine dei giornali studenteschi, che da tempo ospitano rubriche sul sesso, sono molti ad accusare il consiglio dell’Università, reo di una grave discriminazione, mentre le studentesse, affezionate alla rubrica sex@yale, parlano di un provvedimento “paternalistico e inutile”. Fra la confusione generale, c’è chi si chiede se sarà ancora possibile organizzare e promuovere uno degli eventi più attesi dell’anno accademico, e cioè la famosa Sex Week of Yale. Una settimana definita dal Yale Daily News come “creativa e interattiva”, dove ogni anno si organizzano tavole rotonde con specialisti e terapisti che parlano di salute ed educazione sessuale. Ma anche session decisamente più provocanti ed affollate, come sfilate di lingerie e lezioni di streap tease, nelle stesse aule dove hanno studiato i due Bush e Bill Clinton ha incontrato la sua Hillary.
In realtà, nel vietare le relazioni tra professori e studenti, Yale si è rivelata il fanalino di coda rispetto alle altre Università americane. Vent’anni fa, l’Ateneo della Virginia aveva approvato un codice a dir poco draconiano, proibendo persino i contatti sociali fra le giovani matricole e gli attempati pigmalioni. Mentre Harvard, l’arcirivale di Yale, combattuta fra la rivista HBomb magazine, che stampa foto di studenti semisvestiti e il gruppo True Love Revolution, che teorizza l’astinenza sessuale, aveva fatto da apripista già negli anni Ottanta. L’allora rettore Henry Rosovsky definì sbagliate le relazioni amorose fra studenti e professori, mettendo in crisi alcuni famosi luminari, come l’economista John Kenneth Galbraith, sposato da più di mezzo secolo con una sua ex studentessa. Quindi niente più alunne che sbattono le ciglia al professore, o docenti che invitano a casa le allieve con la scusa di rispiegare loro la lezione, a meno che il calo di iscrizioni del prossimo autunno non ricordi a Charles Long come sia difficile chiedere al proprio partner la carta d’identità.