M.O. Giornata della Shoah, Israele si ferma al suono delle sirene
21 Aprile 2009
di redazione
L’ondata di sdegno per le parole del presidente iraniano Ahmadinejad oggi si è sovrapposta alla commemorazione della Giornata annuale della Shoah. Per ricordare i sei milioni di ebrei uccisi dai nazisti l’intero paese stamani si è fermato per due minuti di raccoglimento mentre in tutto il territorio risuonavano le sirene.
Alle 10 in punto (le 9 in Italia) tutte le persone hanno interrotto le proprie attività e si sono bloccate in mezzo alla strada, rimanendo immobili in raccoglimento. Le cerimonie in Israele per l’annuale giornata del ricordo dell’Olocausto sono iniziate al tramonto di ieri sera e si concluderanno al tramonto di oggi.
"Israele è forte e una seconda Shoah non avverrà" ha assicurato il premier Benyamin Netanyahu. Alle solenni cerimonie nazionali (a cui ieri hanno partecipato le massime cariche istituzionali) si è sovrapposta quest’anno l’ondata di sdegno per l’intervento ieri alla Conferenza dell’Onu sul razzismo del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.
Le consuete cerimonie del ‘Yom ha-Shoah’ (la giornata dell’ Olocausto) si svolgono dunque in un clima di particolare indignazione. Nelle scuole le lezioni odierne sono dedicate allo sterminio del popolo in ebraico in Europa, mentre alla Knesset (parlamento) saranno letti per diverse ore i nomi di ebrei uccisi dai nazisti. Da ieri nell’intero Paese viene osservato il lutto nazionale.
In Israele la Giornata della Shoah viene celebrata otto giorni prima della Giornata dell’Indipendenza: un modo di sottolineare le vicissitudini del popolo ebraico nel secolo scorso, dal baratro delle persecuzioni alla vetta della conquistata libertà.
L’indignazione israeliana per le parole pronunciate ieri da Ahmadinejad alla conferenza Durban 2 dell’Onu a Ginevra viene graficamente espresso dal quotidiano Yediot Ahronot che sotto il titolo "Mai più" accosta in prima pagina una stella gialla (come quelle imposte dai nazisti agli ebrei) all’immagine di Ahmadinejad a Ginevra. Sulla stampa dure accuse sono lanciate in particola alla Svizzera, per la accoglienza riservata a un leader che predica la eliminazione di Israele.