M.O. Lieberman: “Abbas è su un terreno instabile”

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M.O. Lieberman: “Abbas è su un terreno instabile”

06 Settembre 2010

"Ci accingiamo a firmare (un accordo, ndr.) con qualcuno che si trova su un terreno instabile". Lo ha affermato il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman riferendosi al leader dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, con cui Israele ha ripreso i negoziati diretti di pace il 2 settembre scorso a Washington.

"A prescindere dalle posizioni entusiastiche ci deve essere qualcuno che ridimensiona le aspettative", ha detto il ministro a Radio Israele. "Gli Stati Uniti hanno costretto (Abbas, ndr.) a questo incontro a Washington. Ma chi rappresenta Abbas? Hamas è al potere a Gaza e le elezioni per l’Anp sono state rinviate due o tre volte. Qualsiasi governo salirà al potere alle prossime consultazioni potrà disconoscere Abbas e dire che non rappresenta nessuno – ha proseguito Lieberman, accusando i palestinesi di voler boicottare il processo di pace – L’altra parte cerca sempre pretesti per non condurre negoziati seri. Per loro è uno spettacolo per poi accusare Israele per il fallimento dei colloqui, quindi: perchè dare loro l’occasione di incolparci?". "Ho paura di creare una situazione con molte aspettative che non potranno divenire realtà e quindi poi tutte le colpe ricadranno su di noi. E questo non può accadere – ha proseguito il capo della diplomazia israeliana – Dobbiamo parlare in modo realistico".

Secondo Lieberman il miglior accordo a cui Israele e Anp potranno arrivare è un’intesa provvisoria a lungo termine. "L’alternativa è estendere i nostri successi nei settori dell’economia e della sicurezza – ha detto, pur lasciando aperta l’ipotesi di successo delle trattative dirette -. Non sono contro il governo. Ho detto di voler dare un’opportunità al premier. Speriamo che si arrivi alla pace nella regione del Medio Oriente, ma tento di rimanere con i piedi per terra".

Le parole di Lieberman arrivano dopo che le sue dichiarazioni sui possibili esiti dei negoziati diretti, improntate al pessimismo, hanno fatto scoppiare ieri la polemica sia con l’Anp che con il governo israeliano. Fonti vicine al premier Benjamin Netanyahu, si legge su Ynet, il sito web del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, hanno tentato di ridimensionare la controversia, parlando di buone relazioni tra il primo ministro e il capo della diplomazia. Tuttavia sono stati molti i membri del governo a manifestare i propri timori, accusando Lieberman di "giochi politici".

Per Ghassan Khatib, portavoce del governo palestinese, la presenza di politici come il ministro degli Esteri nel governo israeliano è "uno degli ostacoli lungo il percorso verso la pace, perché ‘pace’ significa ‘fine dell’occupazione’, mentre Lieberman è un fan dell’occupazione e delle attività negli insediamenti". Sulla stessa linea il parlamentare di Kadima Nachman Shai. Mentre "il premier sta almeno mostrando segnali di ricerca di modi per promuovere i negoziati, Lieberman gli mette i bastoni tra le ruote – ha detto – Le dichiarazioni del ministro degli Esteri compromettono la credibilità del premier e fanno sorgere interrogativi: Israele ha un governo o due, ognuno con la sua politica estera?".

Il ministro per le Questioni delle minoranze, Avishay Braverman, ha direttamente esortato Netanyahu a valutare l’ipotesi di sostituire Lieberman, accusando quest’ultimo di "sabotare" la politca del premier. Tuttavia, secondo un esponente del Likud, "la coalizione di governo" rimane "stabile" e bisogna "semplicemente capire le regole del gioco". "Lieberman dice quel che dice – ha osservato – ma in fondo sostiene Netanyahu".