M5s, firme false: salgono a 13 gli indagati

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M5s, firme false: salgono a 13 gli indagati

28 Novembre 2016

Sale a tredici il numero degli indagati dal Pm di Palermo per le firme false alla lista del M5s alle comunali. Oltre ai 10 nomi resi noti nei giorni scorsi, risultano iscritti nel registro degli indagati Pietro Salvino, marito della deputata nazionale Claudia Mannino e la parlamentare Giulia Di Vita. Non è noto il nome del terzo inquisito. Tra mercoledì e giovedì gli avvisi di garanzia erano stati già notificati ai primi dieci indagati: a Nuti e Mannino, a Busalacchi, ex assistente parlamentare del M5s all’Assemblea regionale siciliana, allontanata dal gruppo, ad Alice Pantaleone, a La Rocca e Ciaccio, a ex candidati al Consiglio comunale come Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito, all’avvocato Francesco Menallo, considerato il consigliere giuridico dei Cinque stelle, e il cancelliere del Tribunale Giovanni Scarpello, che avrebbe dovuto accertare la regolarità delle firme. Adesso i nuovi nomi nel registro degli indagati. 

C’è anche la deputata del M5S Giulia Di Vita tra gli indagati della Procura di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulle firme false. Oltre alla parlamentare sono stati iscritti anche il marito della deputata Claudia Mannino, Pietro Salvino. “È vero, ma si chiarirà tutto, non temere. La verità esce fuori”. Così, la deputata del M5S Giulia Di Vita, risponde su Twitter a un attivista che le chiede se è davvero indagata.

Fra gli indagati anche Riccardo Ricciardi, marito della deputata nazionale Loredana Lupo, sentita nei giorni scorsi, però, come persona informata sui fatti. Ricciardi è coinvolto nel caso perché avrebbe materialmente portato in tribunale le firme raccolte. Sarebbero centinaia, secondo l’accusa, le sottoscrizioni ricopiate dalle originali inutilizzabili per un errore di forma.

Intanto la deputata del M5S Claudia Mannino interrogata dai pm di Palermo si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Come ha già fatta sabato l’altra indagata, Samantha Busalacchi, la parlamentare ha deciso di non rispondere ai magistrati che indagano sulle firme false del M5S.

E anche il deputato grillino Riccardo Nuti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il parlamentare ha lasciato la Procura dopo neppure quindici minuti dal suo arrivo, accompagnato dal suo legale, Antonina Pipitone, la stessa di altre tre indagati del M5S, la deputata Mannino, il marito e Samantha Busalacchi.

Invece il deputato regionale Giorgio Ciaccio, interrogato sempre dai pm palermitano, ha raccontato ai magistrati tutti i particolari della vicenda firme false alla lista grillina delle comunali del 2012. Ciaccio, che si era autosospeso dal movimento, ha confermato il racconto della collega dell’Ars Claudia La Rocca, che si era auto accusata e aveva fatto il nome degli altri grillini coinvolti. Pure lei si è autosospesa. Ciaccio sarebbe stato interrogato subito dopo essersi autosospeso alcuni giorni fa.